1988 Gennaio Dicembre Mirella&Emanuela

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI 
DIARIO DI UNA STORIA VERA

 Nel 1988

 Il Vice Console di Mersin Emilio Levante riceve precise istruzioni dall’Ambasciatore italiano di Ankara, Dott. Timoni, di non divulgare a nessuno i fatti accaduti nel giugno 1987 col giovane turco Muftu Fevzi (liberazione di Emanuela e Mirella in cambio di documenti e soldi ed espatrio verso l’Italia).

Il Dottor Lorenzo Gallo, noto avvocato e imprenditore romano, era specialista in public relations nell’ambito delle relazioni economiche e commerciali, specie nel settore dell’industria elettronica, tra l’Italia e i paesi così detti socialisti. Sovente organizzava dei ricevimenti business, gli invitati erano industriali, uomini delle finanze, specialisti del campo dell’elettronica, del petrolio, dell’industria alimentare e ospite regolare era l’ambasciatore bulgaro Venelin Kozev, spesso accompagnato dall’interprete dell’ambasciata bulgara Assen Marcevski (interprete anche al processo per l’attentato al Papa). In questi ricevimenti Assen Marcevski conobbe Enrico De Pedis che gli venne presentato come un businessman italiano che dispone di capitale serio e sicuro per poter investire nell’elettronica del mercato bulgaro. Lo stesso, conobbe anche il colonnello di polizia Piero Giarratana, giurista, capo di un ufficio importante nel Ministero dell’Interno dell’Italia impiegato nel Dipartimento “Personale” del ministero. Successivamente Giarratana confidò a Marcevski che Renatino De Pedis era un bandito incallito del quartiere Trastevere. Abbiamo delle informazioni che lui comanda la “Banda della Magliana”. Volevo avvertirti, fai molta attenzione con lui! Di soldi ne ha in abbondanza, ora aspira verso il mondo dell’industria, verso la legalizzazione dei suoi soldi. Tenta di sganciarsi dalla criminalità, vuole iniziare un business onesto, riciclare i suoi soldi sporchi. Ma c’è dell’altro per te che segui da vicino le vicende del papa. La polizia ha dei dubbi che proprio la “Banda della Magliana” abbia sequestrato la giovane Emanuela Orlandi.

Ti racconto questo: una volta, con un maggiore dall’ispettorato criminale, praticamente dalla “Squadra Omicidi”, siamo andati ad incontrarci con Renatino nel suo quartiere preferito, la zona attorno alla piazza “Campo de Fiori”. Ormai sapevamo che egli voleva sottrarsi dai suoi banditi e che iniziava un’attività quasi lecita: apriva ristoranti e discoteche notturne, si occupava di edilizia, acquistava “boutique di alta moda”. Abbiamo delle informazioni che i suoi contatti sono collocati altamente, a livello ministri e personaggi della commissione “Antimafia”, mentre nel Vaticano dispone di parecchi amici. Nel mondo dei malviventi si dice che egli dona il 10 percento da ogni suo affare redditizio, proprio come il brigante Fra Diavolo del secolo scorso. Le sue donazioni sono indirizzate verso tre o quattro chiese romane. Intanto qualcuno dei suoi malviventi arrestati ogni tanto si mette a cantare, cosi abbiamo dei dubbi che due o tre sequestri di bambini di miliardari romani sono opera proprio della “Banda della Magliana”, un gruppo criminale di estrema efficienza! I membri li riconosci dagli orologi d’oro “Rolex” e dalle pupille dilatate, quasi tutti della banda sono drogati… Parlando con De Pedis in quel ristorante giudaico nei pressi del “Campo dei Fiori”, volevamo chiarire alcune cose attorno alla banda, ma il bandito non si sbottonò. Il mio collega gli disse: – Renatino, uno dei vostri ha cantato. E ci ha detto che la Emanuela Orlandi è stata uccisa, i vostri hanno buttato il cadavere in due sacchi o nel mare di Ostia, oppure, diceva, in una betoniera… – Maggiore, rispose tranquillo Renatino, ci conosciamo da un secolo, dai tempi quando tu eri tenente. Come ti pare, un cattolico come me sarebbe in grado di ammazzare una quindicenne? Oppure che avrei permesso il suo omicidio? Per la scomparsa di quella Emanuela Orlandi voi dovete rovistare tra i porporei, tra i cardinali! Anche se c’entravamo noi nel rapimento, io non permetterei mai di ammazzare una gallina d’oro come questa ragazza. L’avrei nascosta da qualche parte, o in Inghilterra o in Francia, oppure nei paesi arabi dopo un lavaggio del cervello, dopo una convinzione ben recitata o dopo un matrimonio felice all’estero. Cosi dopo 15, dopo 20 anni la tirerei fuori per chiedere un bel riscatto dal Vaticano, o farei un accordo con il giudice: eccovi la ragazza e mi scagionate da questo o quello delitto. Ecco come si agisce con una rapita di simile categoria, per di più cittadina vaticana. E per mascherare la cosa, sai come avrei agito: avrei buttato in mare o nella betoniera, come dici tu, due sacchi davanti ai miei uomini per camuffamento, mentre nei sacchi metto immondizie dai cassettoni del quartiere e qualche mattone. Ecco come si fa per nascondere le tracce. Naturalmente, sono solo mie fantasie, a proposito di Emanuela Orlandi cercate tra i cardinali e non tra di noi.

Marcevski a questo punto chiese a Giarratana: come mai avrebbero buttato un cadavere dentro la betoniera?

Ormai abbiamo avuto casi del genere di occultamento di cadavere, amico mio. Immagini quel grosso camion con la betoniera che gira e gira e gira. Nel calcestruzzo c’è anche la ghiaia, il pietrame. Girando tra questa massa il cadavere viene macinato finemente, non restano ne ossa, ne denti, ne niente. Basta far girare più a lungo il camion per le vie di Roma. Poi tutto finisce nei basamenti di qualche palazzo… Niente cadavere, niente delitto…

Nel 1988

nel corso di un processo civile intentato dalla vedova Clara Calvi, il tribunale di Milano si pronuncia per l’omicidio e nel 1992 la Cassazione decide il trasferimento dell’inchiesta sulla morte di Roberto Calvi da Milano a Roma.

21 gennaio 1988

Enrico De Pedis esce dal carcere romano di Rebibbia dopo aver scontato, dal 26 novembre 1984, tre anni e due mesi di reclusione imputato di omicidio e detenzione abusiva di armi.

1988
Detenzioni De Pedis

17 febbraio 1988

Dopo l’arresto in Svizzera del 21 settembre 1987, viene estradato in Italia Licio Gelli.

1988
L’Unità del 18/02/1988

16 marzo 1988

L’Unità del 16/03/1988

19 aprile 1988

L’Unità del 19/04/1988

Giugno 1988

Papa Wojtyla crea cardinale Eduardo Martínez Somalo.

14 giugno 1988

La sentenza della Cassazione demolisce l’intero impianto accusatorio sulla banda della Magliana la cui motivazione trasudava livore per l’estensore del provvedimento. Se per un verso, Fulvio Lucioli aveva assunto «la posizione del delatore e, secondo il gergo carcerario, dell’infame», per l’altro, i giudici di merito, dimostrando «supina accettazione» delle sue dichiarazioni, avevano omesso «l’indispensabile approfondimento circa la serietà delle accuse formulate». Secondo la Corte presieduta da Corrado Carnevale, soprannominato l’ammazzasentenze, non aveva basi neppure l’accusa di associazione per delinquere in quanto: «Le basi operative non erano altro che due bar: la circostanza che la banda non disponesse neppure di una sede stabile ove discutere, al riparo di orecchi e occhi indiscreti, i problemi organizzativi e operativi, disegnare i programmi, adottare le decisioni, è elemento che di per sé induce a perplessità».

25 giugno 1988

Uniti in matrimonio da monsignor Piero Vergari, Enrico Renatino De Pedis sposa la fidanzata Carla Di Giovanni, conosciuta l’11 luglio 1981 a Fregene, nella Basilica romana di S. Apollinare. Successivamente, Sabrina Minardi si reca in Brasile e in Venezuela.

5 luglio 1988

1988
L’Unità del 5/07/1988

5 agosto 1988

Domenico Sica diventa Alto commissario antimafia (organismo poi sostituito dalla DIA) al posto di Giovanni Falcone.

30 settembre 1988

Enrico De Pedis viene sottoposto a misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. ai sensi dell’art.3 della legge 575 del 31/05/1965.

1989

Sezione in continuo aggiornamento

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2 Risposte a “1988 Gennaio Dicembre Mirella&Emanuela”

  1. De Pedis esce di galera a gennaio dopo aver visto il sole a righe per tre anni e a settembre viene già sottoposto a misure di cautela. Non ci sono più i benefattori di una volta….

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