1990 Gennaio Dicembre Mirella&Emanuela

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI 
DIARIO DI UNA STORIA VERA

 Febbraio 1990

 Nel febbraio 1990, l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi passa da Ilario Martella al sostituto procuratore Giovanni Malerba e al giudice istruttore Adele Rando (che se ne occuperanno fino al 1997).

A Nizza, Jacques Berenguer, fondatore dell’organizzazione malavitosa romana denominata Clan dei Marsigliesi, viene ucciso dalla gendarmeria francese.

2 febbraio 1990

Omicidio di Enrico Renatino De Pedis. Il cadavere viene sottoposto ad autopsia dall’Istituto di Medicina Legale.

L’Unità del 03/02/1990

OMICIDIO A ROMA (ANSA) – ROMA, 2 FEB – UN OMICIDIO E’ STATO COMPIUTO STAMANE IN VIA DEL PELLEGRINO A POCA DISTANZA DA CAMPO DEI FIORI. UN UOMO, ENRICO DE PEDIS, 36 ANNI, PREGIUDICATO PER VARI REATI, E’ STATO UCCISO A COLPI DI PISTOLA. DE PEDIS ERA CONOSCIUTO COME UN ”BOSS” DELLA MALAVITA DELLA ZONA DELLA MAGLIANA ATTIVO ANCHE NEGLI AMBIENTI DEI LOCALI NOTTURNI ROMANI. (ANSA). RED/LEO 2-FEB-1990 14:26 NNNN

 

OMICIDIO A ROMA (2) (ANSA) – ROMA, 2 FEB – ENRICO DE PEDIS E’ STATO UCCISO MENTRE, CONTROMANO, A BORDO DI UNA VESPA ”50” STAVA PERCORRENDO VIA DEL PELLEGRINO IN DIREZIONE DI CAMPO DE’ FIORI, ALL’ ALTEZZA DI VIA SORA, A CINQUANTA METRI DA CORSO VITTORIO EMANUELE. SECONDO UNA PRIMA RICOSTRUZIONE DEI FUNZIONARI DELLA SQUADRA MOBILE, DUE KILLER, CHE SI SAREBBERO POI ALLONTANATI A PIEDI, GLI HANNO SPARATO DI FRONTE PIU’ VOLTE, COLPENDOLO AL PETTO E ALLA TESTA. L’ UOMO, NONOSTANTE FOSSE FERITO GRAVEMENTE, HA PERCORSO CON IL MOTORINO ANCORA QUARANTA-CINQUANTA METRI PRIMA DI FINIRE CONTRO UNA RENAULT ROSSA PARCHEGGIATA SULLA STRADA: LA VESPA SI E’ ROVESCIATA E DE PEDIS E’ CADUTO RIVERSO SULLA STRADA. FORSE, HANNO DETTO GLI AGENTI DELLA POLIZIA SCIENTIFICA, L’ UOMO ERA MORTO ALL’ ISTANTE E HA PROSEGUITO LA CORSA PER FORZA D’ INERZIA. IL CAPO DELLA MOBILE, CAVALIERE E IL COMANDANTE DEL REPARTO OPERATVO DEI CARABINIERI CHE INSIEME CONDUCONO LE INDAGINI, HANNO DETTO CHE ENRICO DE’ PEDIS, BOSS DE QUARTIERE TESTACCIO, AVEVA AVUTO COLLEGAMENTI OPERATIVI CON LA BANDA DELLA MAGLIANA, (LA PIU’ POTENTE DELLA CAPITALE FINO A QUALCHE ANNO FA) DOPO AVERLA PER UN CERTO PERIODO CONTRASTATA. L’ OMICIDIO E’ AVVENUTO POCO DOPO L’ UNA, QUANDO MOLTI DEI NUMEROSI NEGOZI CHE SI AFFACCIANO SULLA POPOLARE STRADA, PER LO PIU’ ARTIGIANI O RIGATTIERI, AVEVANO CHIUSO. SU VIA DE PELLEGRINO, A POCHI METRI DI DISTANZA DA DOVE DE PEDIS E’ STATO COLPITO, C’ E’ UN BAR CHE IN QUEL MOMENTO ERA AFFOLLATO DI GENTE, MA, TRANNE UNA RAGAZZA BIONDA CHE LA POLIZIA HA PORTATO NEI SUOI UFFICI PER ASCOLTARLA, TUTTI HANNO DETTO DI NON AVERE VISTO E SENTITO NULLA. (ANSA). GR/FG 2-FEB-1990 18:04 NNNN

OMICIDIO A ROMA (3) (ANSA) – ROMA, 2 FEB – TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, RICICLAGGIO DANARO SPORCO PER CENTINAIA DI MILIONI, INVESTITI IN ESERCIZI PUBBLICI E IN IMMOBILI A ROMA E, FORSE, ANCHE IN ALTRE CITTA’ ITALIANE, ERANO TRA LE ATTIVITA’ CHE FACEVA ENRICO DE PEDIS, IL QUALE, TRA L’ ALTRO, DICONO GLI INVESTIGATORI, AVEVA INTERESSI NELLA CONDUZIONE DEL ”JACKIE’ O” UN LOCALE NOTTURNO VICINO A VIA VENETO, MOLTO IN VOGA NEGLI ANNI SCORSI. DE PEDIS NEGLI ULTIMI TEMPI FREQUENTAVA MOLTO LA ZONA DI CAMPO DE’ FIORI DOVE AVEVA MOLTI INTERESSI DA SEGUIRE. SI FERMAVA SPESSO NEL BAR VICINO AL QUALE E’ STATO UCCISO: ”CONSUMAVA SEMPRE UN BICCHIERE DI ACQUA MINERALE E POI SE NE ANDAVA. PER ME ERA UN CLIENTE COME TANTI”, HA DETTO IL TITOLARE CHE ALL’ ORA DELL’ OMICIDIO ERA IMPEGNATO A SERVIRE I NUMEROSI CLIENTI PRESENTI E CHE QUINDI NON HA VISTO NULLA DI QUANTO ERA AVVENUTO FUORI. QUELLO DI OGGI E’ IL TERZO OMICIDIO A ROMA NEL GIRO DI DODICI GIORNI: IL PRIMO UCCISO E’ ALDO CANTI, DETTO ”ROBUSTINO” ALL’ INIZIO DELLA SCORSA SETTIMANA A VILLA BORGHESE, IL SECONDO, SERGIO CIUCCI, SOTTO GLI OCCHI DELLA FIGLIA VENT’ ENNE, ALLA MAGLIANA. LE VITTIME SONO TUTTI GROSSI PREGIUDICATI ”MA I TRE DELITTI NON SONO LEGATI TRA LORO” HANNO TENUTO A PRECISARE GLI INVESTIGATORI. DE PEDIS, INFATTI, AFFERMANO I FUNZIONARI DELLA MOBILE, DA DUE ANNI AVEVA LASCIATO L’ ATTIVITA’ CRIMINOSA E SI ERA DEDICATO A GESTIRE LEGALMENTE QUANTO AVEVA ACCUMULATO NELL’ ATTIVITA’ PRECEDENTE. ”IN PASSATO DE PEDIS ERA STATO COINVOLTO 10 IN RAPINE E SOSPETTATO DI OMICIDI E TENTATIVI DI OMICIDIO. NEL 1985, NELL’ AMBITO DI UN’ OPERAZIONE CONTRO IL CRIMINE, ERA STATO ARRESTATO IN CASA DELLA EX MOGLIE DEL CALCIATORE GIORDANO. (ANSA). GR/DD 2-FEB-1990 19:20 NNNN

03 febbraio 1990

UCCISIONE CAPO ”BANDA DELLA MAGLIANA”: INDAGINI (ANSA) – ROMA, 3 FEB – LA ”GUERRA TRA BANDE” O ”GUERRA DI SUCCESSIONE” IPOTIZZATA, E TEMUTA IERI DA POLIZIA E CARABINIERI DOPO L’ UCCISIONE DI ENRICO DE PEDIS, CAPO INDISCUSSO DELLA ”BANDA DELLA MAGLIANA”, NON DOVREBBE SCATENARSI. L’ OMICIDIO DEL PREGIUDICATO, AVVENUTO IERI VICINO CAMPO DE’ FIORI, NON DOVREBBE ESSERE LA CONSEGUENZA DI UN AGGUATO – SECONDO UNA RICOSTRUZIONE DEGLI INVESTIGATORI – MA L’ EPILOGO DI UNA LITE PER ”FUTILI MOTIVI” TRA DE PEDIS E UN UOMO COL QUALE SI ERA INCONTRATO. IL SOPRALLUOGO, LA RICOSTRUZIONE E LE TESTIMONIANZE, SEPPUR VAGHE, DI ALCUNE PERSONE ESCLUDEREBBERO DUNQUE CHE L’ UCCISIONE DEL PREGIUDICATO SIA STATA FATTA DA DUE GIOVANI POI FUGGITI SU UNA MOTO. TRA DE PEDIS E IL SUO INTERLOCUTORE, RITENGONO GLI INVESTIGATORI, DOVREBBE ESSERE COMINCIATA UNA BREVE LITE, CHE IL ”BOSS” AVREBBE CERCATO DI EVITARE. IL SUO RIVALE L’ AVREBBE BLOCCATO STRINGENDO CON FORZA UNA SCIARPA CHE DE PEDIS TENEVA ANNODATA AL COLLO. DE PEDIS AVREBBE GIRATO LO ”SCOOTER” PER ALLONTANARSI MA L’ ASSASSINO ESTRATTA UNA RIVOLTELLA CALIBRO 38, GLI HA SPARATO UN COLPO ALLA NUCA, DALL’ ALTO VERSO IL BASSO, UCCIDENDOLO ALL’ ISTANTE. L’ ASSASSINO E’ RIUSCITO AD ALLONTANARSI E FAR PERDERE LE SUE TRACCE. LA PALLOTTOLA, FUORIUSCITA DALLO STERNO, E’ STATA RECUPERATA DALLA POLIZIA. (ANSA). DE/MG 3-FEB-1990 20:18 NNNN

Omicidio Enrico De Pedis 02/02/1990

06 febbraio 1990

I funerali di Enrico Renatino De Pedis vengono officiati nella basilica di San Lorenzo in Lucina da monsignor Piero Vergari, rettore della basilica di Sant’Apollinare. Nella Basilica, insieme a “SergioneDe Tomasi erano presenti tra gli altri,  Salvatore Sibio, detto “er Tartaruga”, Raffaele Pernasettier Palletta”, Angelo Cassani (“Ciletto” o “Killerino” per gli amici) e Maurizio Lattarulo “Provolino”.

La salma di Enrico De Pedis, proveniente dall’Istituto di Medicina Legale, viene trasportata e tumulata nel cimitero comunale e monumentale del Verano all’interno di una area, nel loculo di proprietà del suocero, Di Giovanni Aldo. La tomba consente la presenza di una bara nel sarcofago che si trova al di sopra del piano terra, nonché di 12 posti sottoterra. Enrico De Pedis fu il primo ad essere sepolto nel sarcofago.

02 marzo 1990

Un ex ufficiale del KGB al servizio degli inglesi, Victor Sheimov, dichiara al Washington Post che: “Nel 1979 il Cremlino aveva chiesto al Capo del KGB in Polonia informazioni da usare per assassinare  Papa Giovanni Paolo II. Prima del Viaggio del Papa era giunto a Varsavia un cablogramma cifrato di Iuri Andropov che chiedeva al KGB di “procurarsi tutte le informazioni possibili su come avvicinarsi al Pontefice durante il viaggio in Polonia.”

03 marzo 1990

CHIUSO IL ”JACKIE O”, FAMOSO LOCALE DELLA ROMA NOTTURNA (ANSA) – ROMA, 3 MAR – IL ”JACKIE O”, UNO DEI PIU’ NOTI LOCALI NOTTURNI DELLA CAPITALE, E’ STATO CHIUSO DALLA QUESTURA DOPO INDAGINI DALLE QEUALI E’ RISULTATO CHE A FREQUENTARLO ERANO ESPONENTI DELLA MALAVITA. I CARABINIERI DELLA LEGIONE ROMA TENEVANO DA TEMPO SOTTO CONTROLLO IL LOCALE DI VIA BONCOMPAGNI, A DUE PASSI DA VIA VENETO ED AVEVANO NOTATO FRA I CLIENTI PERSONAGGI LEGATI ALLA BANDA DELLA MAGLIANA E DEL TESTACCIO. IL 20 FEBBRAIO SCORSO, DURANTE UN CONTROLLO, ERA STATO ARRESTO IL PREGIUDICATO GIAMPIERO CNTAFIO, 38 ANNI, TROVATO CON UNA PISTOLA CALIBRO 9. TRA I GESTORI DEL ”JACKIE O” C’ ERA ANCHE ENRICO DE PEDIS, UCCISO 20 GIORNI FA IN UN VICOLO DI TRASTEVERE E ANCHE LUI COINVOLTI NEL GIRO DELLA MALAVITA ROMANA. LA CHIUSURA DURERA’ 90 GIORNI. IL ”JACKIE O”, FREQUENTATO FINO A PERIODI RECENTI DALLA ”ROMA BENE”, ERA STATO CEDUTO DUE ANNI FA DA BEATRICE IANNOZZI, ALLA SOCIETA’ ”ROMA BY NIGHT”. (ANSA). XST/LEO 3-MAR-90 12:04 NNNN

L’Unità del 04/03/1990
La Stampa del 04/03/1990
L’Unità del 04/02/1990

6 marzo 1990

Monsignor Pietro Vergari indirizza una lettera al cardinale vicario di Roma, Ugo Poletti (nominativo che compariva nella lista della “Gran Loggia Vaticana” pubblicata da Mino Pecorelli su «OP» nell’agosto del 1978) del seguente tenore: <<Eminenza Reverendissima, per desiderio della famiglia De Pedis, oso chiedere a codesto Vicariato di Roma il nulla osta perché il loro congiunto Enrico De Pedis possa essere tumulato in una delle camere mortuarie site nei sotterranei della Basilica di Sant’Apollinare. Il lavoro di sepoltura sarà fatto da artigiani e operai specializzati in questo settore, che già hanno lavorato per la tumulazione degli ultimi Sommi Pontefici in Vaticano. Sarà questa anche un’occasione per risanare uno degli ambienti dei sotterranei, già luogo di sepoltura dei parrocchiani di Sant’Apollinare, da moltissimi anni lasciati in completo abbandono. Il defunto è stato generoso nell’aiutare i poveri che frequentano la Basilica, i sacerdoti e seminaristi e in suo suffragio la famiglia continuerà a esercitare opere di bene, soprattutto contribuendo alla realizzazione di opere diocesane. Il defunto Enrico è nato in Roma-Trastevere il 15.5.1954 ed è morto in Roma il 2.2.1990. Mentre la ossequio con ogni cordialità, chiedo la Santa Benedizione per me, i sacerdoti che collaborano nel servizio pastorale della Basilica, i seminaristi e i poveri che assistiamo>>.

Alla lettera, monsignor Pietro  Vergari, allega una dichiarazione: «Si attesta che il signor Enrico De Pedis, nato in Roma Trastevere il 15.5.1954 e deceduto a Roma il 2.2.1990 è stato un grande benefattore dei poveri che frequentavano la Basilica e ha aiutato concretamente tante iniziative di bene che sono state patrocinate in questi ultimi tempi, sia di carattere religioso che sociale. Ha dato particolari contributi per aiutare i giovani, interessandosi specialmente alla loro formazione cristiana e umana».

Richiesta N.O. sepoltura De Pedis
Attestazione di benefattore

10 marzo 1990

In contrasto con il canone 1242 del Codice di diritto canonico, che sancisce: «Non si seppelliscono cadaveri nelle chiese, eccetto che si tratti di seppellire il Romano Pontefice oppure, nella propria chiesa, i cardinali o i vescovi diocesani anche emeriti», con nota n. 283/90 del Vicariato di Roma, il 10 marzo 1990, il Cardinale Ugo Poletti concede il nulla osta per la tumulazione della salma di Enrico De Pedis in una camera mortuaria dei sotterranei della Basilica di S. Apollinare.

N.O. di Poletti alla tumulazione di De Pedis
Codice di Diritto Canonico Libro IV Parte III Titolo 1 Cap. V

18 marzo 1990

Viene assassinato Roberto Abbatino, fratello di Maurizio, con 35 coltellate.

La Stampa 18/03/1990

 

20 marzo 1990

Monsignor Piero Vergari attesta che, in base all’articolo 16 dei Patti Lateranensi, “La Basilica di S. Apollinare in base al concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede dell’11 febbraio 1929 è proprietà esclusiva della Sede Apostolica che ha la facoltà di dare all’immobile l’assetto che crede senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di autorità governative, provinciali o comunali italiane”.

25 marzo 1990

UCCISO A ROMA FRATELLO NOTO RAPINATORE (ANSA) – ROMA, 25 MAR – ROBERTO ABBATINO, FRATELLO DI UN NOTO LATITANTE DELLA ”MALA” ROMANA, E’ STATO TROVATO MORTO OGGI A ROMA SUL GRETO DEL FIUME TEVERE, ALL’ ALTEZZA DI OSTIA. IL CORPO PRESENTA NUMEROSE FERITE DA ARMA DA TAGLIO. I CARABINIERI DEL REPARTO OPERATIVO RITENGONO CHE SI TRATTI DI UN OMICIDIO. ROBERTO ABBATINO ERA IL FRATELLO DI MAURIZIO ABBATINO, RESPONSABILE INSIEME A GIORGIO PARADISI E FRANCO GIUSEPPUCCI, DELLA RAPINA DEL 27 NOVEMBRE DEL ’79 ALLA ”CHASE MANHATTAN BANK”. (SEGUE). COA/SA 25-MAR-90 19:13 NNNN

UCCISO A ROMA FRATELLO NOTO RAPINATORE (2) (ANSA) – ROMA, 25 MAR – INCENSURATO, ROBERTO ABBATINO ERA SCOMPARSO DA CASA DA DIECI GIORNI, MA LA MOGLIE SOLO DUE GIORNI FA NE HA DENUNCIATO LA SCOMPARSA AI CARABINIERI. LA DONNA HA RACCONTATO DI AVER VISTO PER L’ ULTIMA VOLTA IL MARITO A BORDO DI UN’ AUTO INSIEME AD ALTRI AMICI. ROBERTO ABBATINO E’ MORTO A CAUSA DI COLPI INFERTI CON UN’ ARMA DA TAGLIO ALL’ ADDOME E AL COLLO. I CARABINIERI RITENGONO CHE LA DINAMICA DELL’ OMICIDIO SIA TIPICA DI UN REGOLAMENTO DI CONTI E SONO PROPENSI A CREDERE CHE ESPONENTI DELLA BANDA DELLA MAGLIANA, DELLA QUALE IL FRATELLO MAURIZIO, LATITANTE DALL’ 86 FACEVA PARTE, LI RICERCASSE AMBEDUE PER QUALCHE ”SGARBO” SUBITO. (SEGUE). COA/LEO 25-MAR-90 19:37

Roberto Abbatino

UCCISO A ROMA FRATELLO NOTO RAPINATORE (3) (ANSA) – ROMA, 25 MAR – MAURIZIO ABBATINO, ARRESTATO NELL’85 PER TRAFFICO DI STUPEFACENTI, ERA FUGGITO, DOPO TREDICI MESI, DA UNA CASA DI CURA ROMANA, DOVE ERA STATO RICOVERATO PER UNA GRAVE FORMA DI DISTROFIA MUSCOLARE. MAURIZIO ABBATINO SAREBBE STATO LEGATO IN PASSATO, NELL’AMBITO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA, AL GRUPPO DI FRANCO GIUSEPPUCCI, DETTO ”IL NEGRO”, CON IL QUALE AVREBBE PARTECIPATO A UNA SANGUINOSA LOTTA DECENNALE CONTRO ALTRI DUE GRUPPI, QUELLI DEI FRATELLI PROIETTI E DEI TABARANI, PER IL PREDOMINIO A ROMA DEL MERCATO DELL’EROINA, DELLE BISCHE CLANDESTINE E DI QUELLO DELL’USURA. IN QUESTO CONTESTO ERA STATO INCRIMINATO PER TRE OMICIDI, TRA I QUALI QUELLO DI ENRICO PROIETTI, FRATELLO DI FERNANDO, RITENUTO A SUA VOLTA RESPONSABILE DELL’OMICIDIO DI FRANCO GIUSEPPUCCI, UCCISO A ROMA A COLPI DI PISTOLA IN UNA PIAZZA DI TRASTEVERE IL 13 SETTEMBRE DELL’80. QUEST’ULTIMO, SECONDO GLI INVESTIGATORI, AVEVA AVUTO RAPPORTI CON I NUCLEI ARMATI RIVOLUZIONARI (NAR); IL SOSPETTO ERA NATO IN SEGUITO AL RITROVAMENTO DI ARMI IN UNA ROULOTTE DI SUA PROPRIETA’. IL NOME DI MAURIZIO ABBATINI FIGURA TRA QUELLI DI UN CENTINAIO DI PERSONE CONTRO I QUALI LA PROCURA DI ROMA NEL MARZO DELL’87 AVEVA EMESSO PROVVEDIMENTI NELL’AMBITO DI UNA OPERAZIONE CONTRO IL CRIMINE ORGANIZZATO CON LA QUALE, POLIZIA E CARABINIERI, SCOMPAGINARONO LA BANDA DELLA MAGLIANA. SULLE CENERI DI QUELLA SI SAREBBE RIORGANIZZATO UN NUOVO TRONCONE CHE SAREBBE IN GUERRA CONTRO UN’ALTRA BANDA: GLI ULTIMI 20 OMICIDI AVVENUTI A ROMA NEI PRIMI MESI DELL’ANNO, TRA CUI QUELLI DI ENRICO DE PEDIS E DI EDOARDO TOSCANO LO DIMOSTREREBBERO. (ANSA). CIR/AU 25-MAR-90 21:55 NNNN

23 aprile 1990

Estumulazione della salma di Enrico De Pedis dal cimitero del Verano alla Basilica di S. Apollinare.

APRILE 1990

Iniziano i lavori di risanamento e restauro nella Basilica di S. Apollinare a spese della Sig.ra Carla Di Giovanni vedova De Pedis e del Sig. Marco De Pedis che consisteranno in:

  • ripulitura, risanamento ristrutturazione e pittura del vano scale portante ai sotterranei e della cripta;
  • rifacimento del pavimento dell’androne antistante la sacrestia;
  • ripulitura e pittura delle pareti dell’androne antistante alla sacrestia e della sacrestia stessa;
  • lucidatura del pavimento della sacrestia;
  • restauro dei marmi dei muri portanti interni della chiesa.

A termine dei lavori (aprile 1991) la vedova De Pedis dichiarerà che: “il lavoro di rifacimento del pavimento è stato effettuato dai marmisti di fiducia del Vaticano, mentre gli altri tipi di lavoro da ragazzi stranieri parenti di sacerdoti (che frequentano la Chiesa) ai quali oltre al dovuto pagamento per la prestazione professionale è stato offerto tutto ciò che occorreva per la loro permanenza a Roma (viaggio e cibo compreso). Si fa anche presente che dal febbraio 1990, in poi, i fiori e la disposizione sugli altari sono stati sempre effettuati a cura e spese della Sig.ra Di Giovanni Carla.

23 maggio 1990

Omicidio di Giovanni Girlando (Gianni er roscio) nella pineta di Castelporziano. Il «roscio», trafficante di droga, veniva dal gruppo di Acilia-Ostia, poi era passato con quelli della Magliana. Continuava a trafficare eroina, e quando per le dichiarazioni dei «pentiti» e la guerra interna l’aria s’era fatta pesante, era emigrato in Olanda, dove fu arrestato. Estradato in Italia venne in seguito scarcerato.

11 giugno 1990

Con atto da lui firmato e sotto la propria responsabilità, tale Br… Enrico attesta di essere l’unico erede della nonna CaIlda, (ancora in vita perché morirà a marzo del 1991), concessionaria della tomba, (chiesta in concessione al Sindaco di Roma il 17/04/1973 con una firma alterata e ottenuta il 26/05/1973 per la salma del presunto figlio Sa… Rocco )  ove è sepolto dal 18 maggio 1982 Danilo Abbruciati (vsi eventi 29/4/1982 e 18/5/1982) definendosi “figlio dell’ex unico figlio Giuseppe” e autorizza la traslazione della salma di Danilo Abbruciati.

Abbruciati Germana, sorella di Danilo, non si oppone e autorizza lo spostamento della salma del fratello dalla tomba in concessione a CaIlda in quella dove ancora oggi riposa unitamente alle spoglie della madre B.L. in concessione a Fo… Palma.

13 giugno 1990

Tale Br… Enrico dopo aver autorizzato la traslazione di Abbruciati Danilo dalla tomba di cui dichiara essere l’erede, richiede, permette ed ottiene che la stessa venga occupata dal defunto cognato (parentela palesata sotto sua dichiarazione) De Pedis Antonio, padre di Enrico Renatino. Dagli atti risulterà in seguito che:

  • De Pedis Antonio era coniugato con Ca… Maria, sorella di Ca… Ilda (dato dimostratosi falso perché De Pedis Antonio era coniugato con Eda Proietti);
  • Abbruciati Danilo era coniugato con Ca… Elsa, quarta sorella di Ca… Ilda, (altro dato dimostratosi falso perché mentre Abbruciati da una interrogazione al Comune di Roma dell’8/04/2010 risultava essere celibe, era invece coniugato con Claudia De Cristofaris);
  • Br… Enrico nato a Roma nel febbraio 1955 con carta di identità n. 0104xxxx rilasciata a Roma nel 1990 non risulta esistere in quanto non presente in nessun archivio e non risulterà che il Comune di Roma abbia mai rilasciato una carta di identità con quel numero.

Per completezza si riepiloga la successione delle salme sepolte nel loculo, richiesto al Sindaco di Roma con una firma alterata, concesso dal 26 maggio 1973 a Ca… Ilda:

  • Sa… Rocco (deceduto il 13/08/1972 e presunto figlio di Ca… Ilda) dal 1973 al 9/06/1981;
  • Br… Giuseppe (deceduto il 15/02/1962 e nipote di Ca… Ilda) dal 23/01/1981 al 1982;
  • Abbruciati Danilo dal 18/05/1982 al 13/06/1990;
  • De Pedis Antonio dal 13/06/1990 ad oggi.

27 giugno 1990

Salvatore Nicitra, detto Totò, viene arrestato dalla polizia che da mesi indaga su un’organizzazione che, secondo l’accusa, detiene il controllo di gran parte delle bische clandestine della capitale.

5 luglio 1990

Rosario Priore scopre un appunto datato 5 luglio 1990 del CESIS (l’organismo che coordina i servizi segreti italiani) indirizzato al Presidente del Consiglio Giulio Andreotti che lo informa di un piano del KGB per “screditare, con azioni di disinformazione e provocazione, la Chiesa cattolica e la stessa figura del pontefice, del quale era stata prevista, se necessario, l’eliminazione fisica“. Nel documento si riferisce di contatti intrattenuti dal Sisde con un funzionario di un servizio dell’Europa orientale. Il piano prevedeva, tra l’altro, una attività di ”ascolto” tramite microspie, collocate nell’abitazione del segretario di Stato vaticano, cardinale Agostino Casaroli da parte di una cittadina cecoslovacca, agente del KGB, sposata con il nipote dell’alto prelato, Marco Torretta, e noto quale agente esterno dello stesso servizio segreto fin dagli anni ’50. Approfittando dei legami di parentela, la cittadina cecoslovacca, Irene Trollerova, era riuscita a collocare nella cristalliera della sala da pranzo del cardinale Casaroli in Vaticano, una statuetta contenente una microspia in sostituzione di un’altra identica. Questo congegno, riferisce sempre l’appunto del Cesis, venne sostituto nell’aprile dell’89 con un’altra microspia racchiusa in un ”rettangolo di legno” collocato in un armadio della stessa sala da pranzo, e rimasta attiva fino al maggio del 1990. Il piano era denominato ‘Pop‘ e contemplava due azioni, ‘Pagoda‘ e ‘Infezione‘, la prima riferita all’attentato al Papa e la seconda di natura non accertata. La circostanza che Casaroli fosse spiato all’interno delle mura leonine è stata però smentita dal Vaticano. Di parere opposto è stato il criminologo Francesco Bruno, già operante al Centro tecnico scientifico del Sisde, cha ha ricordi diversi sulla microspia a Casaroli: “Quando nel 1983 fu rapita Emanuela Orlandi, si aveva la certezza che alcuni colloqui telefonici di Casaroli con un alto prelato erano ascoltati. Li conoscevano in tempo reale gli uomini che facevano le telefonate anonime con i messaggi su Emanuela“.

Delle operazioni Pagoda e Infezione si parlava anche nel Dossier Havel, consegnato nel 1999 nel quadro di uno scambio tra i ministeri degli Affari Esteri italiano e della Repubblica Ceca.

26 luglio 1990

ARRESTATI A ROMA ”BOSS” MAGLIANA ED ESPONENTE NAR ARRESTATI A ROMA ”BOSS” MAGLIANA ED ESPONENTE NAR (ANSA) – ROMA, 26 LUG – MARCELLO COLAFIGLI, DI 37 ANNI, ROMANO, CONSIDERATO UNO DEI ”BOSS” DELLA BANDA DELLA MAGLIANA E’ STATO CATTURATO STAMANE DAGLI AGENTI DELLA SEZIONE OMICIDI DELLA SQUADRA MOBILE DI ROMA DIRETTA DA NICOLO’ D’ ANGELO. CON IL PREGIUDICATO E’ STATO BLOCCATO, IN UNA VETTURA ”UNO TURBO” L’ ESPONENTE DEI NAR FAUSTO BUSATO, DI 30 ANNI, DETENUTO NEL CARCERE DI REBIBBIA CHE GODEVA DEL REGIME DI SEMILIBERTA’. BUSATO NEL 1986 ERA STATO CONDANNATO DEFINITIVAMENTE A 16 ANNI DI RECLUSIONE PER APPARTENENZA A BANDA ARMATA, RAPINA AGGRAVATA, PORTO E DETENZIONE ILLEGALE DI ARMI DA GUERRA E DI SOSTANZE STUPEFACENTI. LA CATTURA HA AVUTO FASI DRAMMATICHE: COLAFIGLI, CHE ERA PEDINATO DA DIVERSE SETTIMANE E’ STATO VISTO SALIRE SULLA ”UNO TURBO” PARCHEGGIATA IN VIA GIUSTINIANO IMPERATORE, VICINO ALL’ EUR. MENTRE LA VETTURA SI STAVA MUOVENDO GLI AGENTI DI POLIZIA L’ HANNO ACCERCHIATA, ARMI IN PUGNO INTIMANDO AL PREGIUDICATO DI ARRENDERSI. COLAFIGLI HA TENTATO DI PRENDERE UNA PISTOLA ”BERETTA” CALIBRO 9 COL COLPO IN CANNA E MUNITA DI SILENZIATORE. MA I POLIZIOTTI LO HANNO BLOCCATO IN TEMPO. L’ UOMO PERO’ NON SI E’ DATO PER VINTO, CON ALCUNE GOMITATE HA CERCATO DI DIVINCOLARSI E FACENDO RETROMARCIA, HA TENTATO DI INVESTIRE GLI AGENTI. I POLIZIOTTI HANNO SPARATO CONTRO LA VETTURA CRIVELLANDOLA DI COLPI, E SOLO A QUESTO PUNTO COLAFIGLI E BUSATO SI SONO ARRESI. (SEGUE). DE/DOR 26-LUG-90 17:46 NNNN

ARRESTATI A ROMA ‘BOSS” MAGLIANA ED ESPONENTE NAR (2) (ANSA) – ROMA, 26 LUG – MARCELLO COLAFIGLI – CHE AL MOMENTO DELL’ ARRESTO AVEVA IN TASCA UN DOCUMENTO FALSIFICATO – HA PRECEDENTI PENALI PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO, TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, DETENZIONE DI ARMI E OMICIDI. SECONDO GLI INVESTIGATORI, COLAFIGLI POTREBBE ESSERE CONSIDERATO L’ ULTIMO CAPO DELLA FAMIGERATA BANDA DELLA MAGLIANA, CHE HA IMPERVERSATO A ROMA NEGLI ULTIMI DIECI ANNI. COMPOSTA DA UN CENTINAIO DI ELEMENTI, TRA ‘CAPI’ E GREGARI, ERA SPECIALIZZATA NEL RACKET DELLE ESTORSIONI, DEL GIOCO D’ AZZARDO, DEL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI E DI ALTRI REATI. NEL SUO SENO HANNO GRAVITATO ELEMENTI DELL’ ESTREMA DESTRA, CHE FORNIVANO ARMI PER COMPIERE RAPINE E OMICIDI IN CAMBIO DI EROINA. COLAFIGLI ”SUCCEDE”, IN ORDINE DI TEMPO, ALLA GUIDA DELLA RICOMPOSTA BANDA DOPO GLI OMICIDI DI EDOARDO TOSCANO (UCCISO A OSTIA NEL MARZO DEL 1989) E DI ENRICO DE PEDIS, AMMAZZATO NEL FEBBRAIO SCORSO A TRASTEVERE. LA LOTTA TRA BANDE PER CONQUISTARSI SPAZI VITALI PER IL CONTROLLO DELLA CITTA’ HA PORTATO, FINORA, ALLA MORTE DI UNA VENTINA DI PERSONE, TRA CAPI E GREGARI. TUTT’ ORA LATITANTE E’ MAURIZIO ABBATINO, UN ALTRO ”PEZZO DA NOVANTA” DELLA BANDA. (SEGUE). DE/FCC 26-LUG-90 21:36 NNNN

ARRESTATI A ROMA ‘BOSS’ MAGLIANA ED ESPONENTE NAR (3) (ANSA) – ROMA, 26 LUG – STERMINATI IN POCO TEMPO I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA PROIETTI (FERNANDO, MARIANO E MAURIZIO, E FERITO MARIO) CHE TENTAVANO DI INSERIRSI NEL GROSSO GIRO DEI TRAFFICI ILLECITI, LA BANDA IMPERVERSA FINO A QUANDO LA SQUADRA MOBILE, DOPO MESI DI INDAGINI, ARRESTA UNA SESSANTINA DI COMPONENTI. IN CORTE D’ASSISE D’APPELLO I MAGISTRATI RIDIMENSIONANO NOTEVOLMENTE LE ACCUSE E QUASI TUTTI VENGONO MESSI IN LIBERTA’. COLAFIGLI, PROSCIOLTO PER L’OMICIDIO DI MAURIZIO PROIETTI PER ”TOTALE INCAPACITA’ DI INTENDERE E DI VOLERE” VIENE MANDATO AL MANICOMIO GIUDIZIARIO DI AVERSA E POI IN QUELLO DI REGGIO EMILIA DOVE EVADE. E’ EMERSO POI CHE LA BANDA AVEVA COLLEGAMENTI CON I NEOFASCISTI DEI NAR E LA MAFIA SICILIANA AI QUALI FORNIVA EROINA IN CAMBIO DI ARMI. FAUSTO BUSATO, NEL 1982, VENNE ARRESTATO INSIEME A SERGIO BIAGINI E ANDREA LITTA MODIGNANI PER L’UCCISIONE DELL’AGENTE DI POLIZIA GIUSEPPE RAPESTA, AVVENUTA UN MESE PRIMA NEGLI UFFICI DEL COMMISSARIATO ”SAN PIETRO”. IL NEOFASCISTA VENNE CONDANNATO A 27 ANNI DI RECLUSIONE (UGUALE PENA FU INFLITTA A MODIGNANI MENTRE BIAGINI FU ASSOLTO), RIDOTTA A POCO PIU’ DI 16 ANNI IN CORTE D’ASSISE D’APPELLO E POI CONFERMATA DEFINITIVAMENTE. (ANSA). DE/AU 26-LUG-90 20:53 NNNN

AGOSTO 1990

Il 16 marzo 1989, due individui, a bordo di una moto di grossa cilindrata, uccidevano, con tre colpi di pistola, Edoardo Toscano, mentre si trovava in compagnia di Bruno Tosoni detto «er Capoccione», rimasto, nell’occasione, leggermente ferito. Il movente di questo omicidio lo ha rivelato, senza giri di parole, Marcello Colafigli, allorché, nell’agosto del 1990, riferì dello scontro avvenuto tra il Toscano ed il De Pedis, poiché quest’ultimo si era sottratto all’obbligo di assistenza ai detenuti ed ai loro familiari: «(…) la mia convinzione – ha dichiarato Colafigliè che la persona che (lo) ha ucciso (…) era una persona o più persone che avevano degli obblighi nei suoi confronti, temendo la sua reazione, lo hanno prevenuto uccidendolo. Ho saputo che lui un giorno o due prima della morte ha avuto un colloquio chiarificatore con queste persone; non so chi sono queste persone. (…) Il colloquio (Toscano, n.d.r.) l’ha avuto con uno dei fratelli De Pedis, ma non so quale dei due. Fu proprio Edoardo a parlarmi di questo incontro; eravamo in aula, io detenuto con lui, mentre aspettavamo la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di rinvio, ricordo che poi alla lettura lui si fece portare via. Mi disse che lui voleva far pianificare questo discorso con queste persone, per gli obblighi che avevano verso di lui. Si tratta di obblighi riguardanti la sussistenza e la solidarietà…».

30 ottobre 1990

Monsignor Paul Casimir Marcinkus termina il ruolo di Governatore dello Stato della Città del Vaticano a cui compete la gestione del governo «della Città del Vaticano e uffici annessi, compresa anche l’autonomia delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo». Ne era Governatore, in contemporanea alla carica di Presidente dello IOR, dal 26 settembre 1981. Lo sostituisce il cardinale venezuelano Rosalio José Castillo Lara contemporaneamente membro della commissione cardinalizia dello IOR già Presidente dell’APSA.

Dicembre 1990

Claudio Sicilia lascia la galera per passare agli arresti domiciliari. Durante l’estate successiva, tornò libero.

1 dicembre 1990

Papa Giovanni Paolo II, ai sensi delle norme canoniche, accetta le dimissioni di Agostino Casaroli dalla carica di segretario di Stato. Senza più impegni diplomatici, proseguì l’esercizio del proprio ministero sacerdotale tra i giovani detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma.

11 dicembre 1990

La Repubblica 11/12/1990

18 dicembre 1990

Il Vaticano, nella persona del cardinale Giovanni Lajolo affida la Basilica di S. Apollinare alla prelatura dell’Opus Dei. La potente organizzazione religiosa, la cui influenza con il pontificato di Wojtyla era molto cresciuta, aveva subito mostrato di avere le idee chiare sul futuro dell’edificio di culto. Non era passato neanche un mese che già erano stati annunciati formalmente significativi «lavori di ristrutturazione».

 

— SEZIONE IN CONTINUO AGGIORNAMENTO —

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