1987 Gennaio Dicembre Mirella&Emanuela

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI 

DIARIO DI UNA STORIA VERA

20 febbraio 1987

Il papa riceve in udienza la signora Muzeyyen, madre del suo attentatore Ali Agca nella biblioteca personale.

Il Tempo del 20/02/1987
Il Tempo del 21/02/1987

25 febbraio 1987

Il giudice istruttore del tribunale di Milano, Renato Bricchetti, emette un mandato di cattura contro Paul Marcinkus, Luigi Mennini e Pellegrino De Strobel, i vertici dello IOR, individuando gravi responsabilità della Banca Vaticana nel crack del Banco Ambrosiano

L’Unità del 26/02/1987
L’Unità del 26/02/1987

12 marzo 1987

La Procura della Repubblica emette un ordine di cattura nei confronti di Enrico De Pedis accusato di traffico di stupefacenti. Il provvedimento gli viene notificato in carcere, dal quale esce il 21 gennaio 1988, assolto dalle accuse, compresa l’appartenenza alla banda della Magliana. L’assoluzione in Cassazione, prima Sezione Penale è firmata dal Presidente Corrado Carnevale (quel Corrado Carnevale che venne soprannominato dai media l’ammazzasentenze perché annullò circa cinquecento condanne di primo grado per reati di terrorismo o di associazione mafiosa). 

 

29 aprile 1987

Relativamente all’intervista andata in onda l’ 11 maggio 1986 del misterioso mercenario conosciuto col nome di Paco, i Carabinieri di Roma inviano una relazione di servizio a Ilario Martella: “Paco non ha ancora risposto agli appelli rivolti sui giornali [dall’Avvocato Egidio nda] ma a distanza di un anno da quella intervista a Zurigo siamo in grado di aggiungere un ulteriore tassello alla già intrigata vicenda. Paco infatti sarebbe stato identificato dai servizi segreti italiani come un noto agente della Germania Orientale ma a quanto risulta non è stata fatta alcuna comunicazione del riconoscimento alla magistratura italiana”

7 maggio 1987

I genitori di Emanuela e Mirella, in una conferenza stampa dallo studio dell’avvocato Gennaro Egidio e trasmessa da Canale5, per la seconda volta offrono una somma di denaro. L’offerta è valida fino al 22 giugno 1987, giorno in cui cade il quarto anniversario della scomparsa di Emanuela:

  • due miliardi di lire a chi fornirà notizie utili a far ritrovare vive le figlie;
  • 750 milioni di lire a chi li aiuterà a far riavere almeno i resti delle due ragazze e degli oggetti personali per la identificazione;
  • mezzo miliardo di lire a chi aiuterà gli inquirenti a risolvere il mistero delle scomparse e assicurare alla giustizia i responsabili del rapimento.

L’avvocato Egidio è uomo molto esperto di “taglie” infatti proprio proponendo ricompense in denaro riuscì a risolvere vicende misteriose come il giallo della baronessa inglese Jeannette May Rothschild e come la rapina alla camera blindata della Brink’s Securmat di Roma.

L’Unità dell’8/08/1987
La Stampa dell’8/08/1987

9 maggio 1987

La Stampa 09/05/1987

20 giugno 1987

La Corte d’Assise d’appello conferma le condanne emesse in primo grado relativo al processo della banda della Magliana.

12 giugno 1987

Al viceconsolato italiano della città turca di Mersin, a 380 chilometri da Ankara, si presenta al Viceconsole Emilio Levante, un giovane turco di nome Muftu Fevzi asserendo di essere un emissario della banda che tiene prigioniere Emanuela Orlandi e Mirella Gregori e che vuole parlare con i genitori delle ragazze. Avvisato Gennaro Egidio dopo numerosi colloqui si reca in Turchia con un aereo privato, per conferire col ragazzo. In cambio delle due ragazze il turco vuole per lui, il cugino e altri due componenti della banda, passaporti italiani e tutti i documenti necessari per espatriare, tramite l’ambasciata, in Italia. A fronte della sua credibilità faceva sapere agli inquirenti e per loro tramite ai Servizi di Sicurezza dello Stato che:

  • le due giovani erano vive, in buona salute e prigioniere in un campo di terroristi di estrema destra, alcuni dei quali amici di Ali Agca;
  • la notizia gli era pervenuta da un suo cugino, Mustafa Guzel, che si era unito all’organizzazione circa due anni fa ed era stato assegnato al campo dove erano tenute prigioniere le due ragazze;
  • il cugino ed altri due del campo intendevano dissociarsi dall’organizzazione ed erano pronti, prima del cambio degli uomini al campo (circa 15) che avrebbe avuto luogo entro la fine di giugno 1987, a liberare e consegnare le due ragazze;
  • aveva appreso da uno dei due, che lo contattava telefonicamente al nr. 23116 e che aveva visto una volta a Mersin, che Mirella Gregori si era ammalata in questi ultimi giorni, di epatite virale;
  • la consegna avrebbe avuto luogo tra il due e il cinque luglio 1987 al Consolato d’Italia di Mersin; sarebbe stata consegnata prima Mirella Gregori in quanto ammalata;
  • la prima ragazza avrebbe portato con se tre fotografie del cugino e degli altri due con le quali le Autorità italiane avrebbero dovuto rilasciare tre passaporti per i tre dissociati;
  • quando i documenti sarebbero stati pronti si sarebbe provveduto alla consegna di Emanuela Orlandi, trattenuta nel frattempo quale garanzia.
La Stampa 13/05/1987

21 giugno 1987

Alle 22,30 a poche ore dalla scadenza dell’offerta della “taglia” i genitori di Emanuela e quelli di Mirella per la prima volta accettano di apparire insieme in televisione (Canale5) per rinnovare l’appello a chiunque possa fornire notizie utili alla soluzione dei due casi: “quattro anni di indicibile sofferenza, inimmaginabile tormento e agonia sono trascorsi dal 7 maggio e dal 22 giugno del 1983, le due date che segnano la scomparsa delle nostre due amate figlie, l’una italiana, Mirella Gregori, l’altra cittadina dello Stato Vaticano, Emanuela Orlandi. Tanti eventi si sono susseguiti. Vogliamo conoscere la verità. Siamo perfettamente determinati a conoscerla e a risolvere il mistero che ha avvolto e avvolge la scomparsa di Emanuela e di Mirella”.

Appello per Emanuela

23 giugno 1987

L’Unità 23/06/1987

29 giugno 1987

Curato da Daniela Bassi e Andrea Pamparana, alle 22,30 va in onda su Canale5 un dossier, nell’ambito dei servizi speciali curati da Giorgio Medail, dal titolo Speciale Emanuela. Dall’inchiesta televisiva emergono tre principali ipotesi:

  1. attribuzione del rapimento ad un maniaco di alto livello a conoscenza dei meandri del Vaticano;
  2. la scomparsa delle due ragazze sarebbe il tragico risultato di una lotta di potere scoppiata quattro anni prima all’interno del Vaticano collegata con l’attentato al papa e con le vicende connesse con lo scandalo IOR-Banco Ambrosiano;
  3. scambio con Ali Agca.
La Stampa 29/06/1987

30 giugno 1987

il giovane turco Muftu Fevzi riferisce agli inquirenti che:

  • il distacco del gruppo dei tre dissociati e delle due ragazze dal campo era stato completato, ma nel corso dell’operazione uno dei tre sarebbe rimasto gravemente ferito nelle mani dell’organizzazione ed era l’unico a conoscenza del piano di fuga e i rifugi sicuri;
  • era intenzione a restituire le due ragazze in unica soluzione;
  • si sentiva sorvegliato e seguito (e lo era davvero nda) ed era pertanto molto irritato e nervoso;
  • i due dissociati volevano sapere quale Organo dello Stato li stava controllando e chi lo aveva disposto […];
  • non era escluso che le ragazze, per una migliore garanzia, potessero essere avviate all’Ambasciata di Ankara anziché al Consolato di Mersin nella notte tra il sette e l’otto luglio.

Successivamente, il padre di Muftu Fevzi riferisce al Console di Mersin che:

  • il figlio mesi addietro aveva rubato una macchina finendo in carcere per 30 giorni;
  • durante gli esami di preparazione per l’ammissione all’università aveva contratto amicizie con persone non molto raccomandabili anche se era un ragazzo d’oro, ingenuo, debole di carattere e facilmente influenzabile;
  • aveva iniziato a giocare a carte e sembrava aver contratto numerosi debiti di gioco;
  • appariva negli ultimi tempi un professionista della truffa operando e derubando con vari pretesti anche componenti della famiglia.

Alla luce di tutto questo gli inquirenti sono portati a: “….valutare negativamente la notizia, anche se il comportamento del ragazzo in tutta la vicenda lascia adito a qualche considerazione ancora positiva, laddove adombrino riferimenti precisi sulle due ragazze collocandole in un contesto alquanto verosimile. Comunque si rimanda il tutto all’esito delle notizie richieste ai Servizi di Sicurezza dello Stato”.

La segreteria di Stato Vaticano è stata messa al corrente dal Console italiano di tutti gli eventi perché informata dal Nunzio in visita pastorale a Mersin il 29 giugno 1987.

9 luglio 1987

La Cassazione non convalida il provvedimento di arresto nei confronti di Paul Marcinkus, Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel, (i vertici dello IOR) emesso dal giudice istruttore del tribunale di Milano, Renato Bricchetti   a causa dell’art. 11 dei Patti Lateranensi, che recita: “gli enti centrali della Chiesa sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano” e soprattutto grazie al passaporto diplomatico.

15 luglio 1987

Viene tratto in arresto Giorgio PARADISI e la sua amante C.B. in quanto ricercati per associazione per delinquere e traffico di droga.

19 settembre 1987

 A seguito della richiesta del 20 giugno 1987 del Giudice Istruttore Ilario Martella di svolgere accurate indagini al fine di accertare la fondatezza dei fatti esposti dal turco Muftu Fevzi, il Reparto Operativo dei Carabinieri risponde: “[…] si comunica che le ulteriori indagini svolte con la collaborazione dei Servizi di Sicurezza dello Stato […], hanno dato esito negativo nel senso che è stata confermata l’infondatezza della notizia.

21 settembre 1987

Licio Gelli si costituisce in Svizzera e viene arrestato. 

La Stampa 22/09/1987

27 ottobre 1987

Rai Tre dedica una puntata della trasmissione televisiva Telefono Giallo al caso di Mirella ed Emanuela. Nello studio sono presenti il conduttore Corrado Augias, Donatella Raffai, Pietro Orlandi, il vicequestore Nicola Cavaliere, l’avvocato Gennaro Egidio e Richard Roth.

Si attende che l’Amerikano chiama in diretta televisiva per poter intercettare e identificare il luogo da cui telefona. Gran parte delle cabine telefoniche di Roma sono state disattivate per permettere agli inquirenti di controllare una zona più circoscritta. Durante la trasmissione l’Amerikano chiama, la cabina telefonica viene localizzata e le gazzelle della polizia, posizionate nei punti strategici, piombano sul posto in pochi minuti. Dell’uomo però nessuna traccia.

Quella sera arrivano in redazione altre telefonate di cui due meritevoli di attenzione:

Nella prima, un uomo disse: “RAI, sono Pierluigi, se parlo mi ammazzano”. La persona fu in seguito identificata in Pierluigi Magnesio, l’amico di Emanuela sentito a Processo Verbale di Sommarie Informazioni Testimoniali il 12/08/1983 e non più ascoltato dalla Procura di Roma.

PV di SIT del 12 agosto 1983 di Magnesio Pierluigi, amico di Emanuela da quattro anni, che in merito alla giornata del 22 giugno (giorno della scomparsa) dichiara di aver visto Emanuela “nel primo pomeriggio del 22 giugno. Veniva da casa per recarsi alla scuola di S.Apollinare. Parlò per qualche minuto con me e con gli amici miei e decidemmo di rivederci dopo la scuola, alle ore 19,30, dietro la mola Adriana” aggiungeva che “la sera del 26 giugno mio padre mi portò con lui a Ladispoli, dove abbiamo anche casa, e li consumammo una cena”.

Nella seconda telefonata, uno sconosciuto con accento anglosassone chiedeva di parlare con l’avvocato Egidio accreditandosi come “codice 158”, quel codice fornito dall’Amerikano nel corso della seconda telefonata in vaticano effettuata il 5 luglio alle ore 13,50 (la prima telefonata con la rivendicazione del sequestro fu quella fatta tra le 20.00 e le 21.00 della stessa sera della scomparsa). Durante l’attesa per il trasferimento della chiamata dal centralino allo studio passano alcuni minuti che fanno cadere la linea. La stessa però era stata già intercettata e proveniva dal numero 5629815 di Ostia Lido intestato a Silvestri Mafalda ed in uso a Roberto Magnani e Silvestri Paola. Magnani viene interrogato e dichiara di aver telefonato per porre delle domande sul caso Orlandi agli interlocutori presenti in studio, nonché di essersi emozionato ed intimidito tanto da fornire al centralino false generalità. La perizia fonica di raffronto tra la voce dell’Amerikano e Roberto Magnani conclude per l’assimilabilità delle stesse che quindi sono attribuibili allo stesso parlatore. Le indagini proseguono mettendo sotto controllo il telefono in uso a Magnani al fine di comparare la sua voce con quella pervenuta al centralino della Rai. Si legge nell’Ordinanza di Stralcio a firma del Giudice Istruttore Adele Rando che: “Tuttavia, a fronte delle esplicite omissioni del Magnani e dei risultati del raffronto fonico, non pare che tale circostanza possa sfuggire al perorato supplemento di indagine” perché “l’identificazione dell’utenza da cui era partita la telefonata era stata inficiata da dubbi derivanti dalla difformità dell’orario rilevato dai Carabinieri operanti rispetto a quello individuato dai tecnici della SIP”. Gli orologi dei Carabinieri e del centralino Rai differivano di 8 minuti.

Tre anni dopo la trasmissione, lo stesso Corrado Augias, in una intervista a la Repubblica sull’articolo dal titolo Quei temi “rischiosi” che la Rai non ama rivela un altro retroscena:  “Quando trattammo il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza romana sparita nel nulla, arrivò tra le altre una telefonata che insinuava cose gravi sul conto di uno dei magistrati inquirenti. La telefonata, in diretta, venne quasi subito interrotta da me. Non abbastanza rapidamente perché non se ne scoprissero, mesi dopo, i retroscena. L’ autore della telefonata non solo aveva dato un numero falso, ma era in realtà un altro magistrato che chiamava, ingenuamente, da casa sua. Da allora i filtri telefonici sono stati perfezionati”.

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