Lo scambio di messaggi tra due prelati su Emanuela.

AL SIT-IN PER RICORDARE LA SCOMPARSA DI EMANUELA, PIETRO ORLANDI FA I NOMI DI DUE ALTI PRELATI CHE VENGONO NOMINATI SU DEI MESSAGGI DA PERSONE VICINISSIME A PAPA FRANCESCO IN RELAZIONE AD UNA SERIE DI DOCUMENTI RELATIVI ALLA SCOMPARSA DELLA SORELLA.

 

Al vaticano mi devono chiamare, sto spingendo perché mi facciano verbalizzare quello di cui sono a conoscenza in merito allo scambio di messaggi tra due persone vicinissime a papa Francesco. Ci sono persone che sanno delle cose ma se mostro le prove pubblicamente alcuni potrebbero dire che lo faccio per “visibilità” mentre invece voglio che mi chiamano per verbalizzare. Che abbiano il coraggio di dire, se pensano che le mie accuse non sono corrette, “ma come ti permetti, ti denunciamo”.

Ho delle copie di uno scambio di messaggi del 2014 tra due persone molto vicine a papa Francesco. In questi messaggi si parla di documenti relativi ad Emanuela e si parla di fatti che ad oggi non mi sento di dire pubblicamente, perché voglio che loro mi dicono “che cos’altro?”. Perché parlano chiaramente di fatti che sono legati anche alla stanza del cimitero Teutonico.

Sit-in del 22/6/2021 a 38 anni dalla scomparsa

Io il nome della fonte al momento non la voglio fare ma nei messaggi che si inviano queste due persone vengono citati il Cardinale Abril, (Santos Abril y Castelló, che nel 2014 era il Presidente della Commissione Cardinalizia dell’Istituto per le Opere di Religione -IOR-) e Monsignor Balda. Vengono nominati in relazione alla documentazione su Emanuela.

A loro ho scritto in privato dei messaggi che hanno visualizzato senza rispondere, specialmente al Cardinale Abril, ultimamente gli ho scritto continuamente ma non ha mai avuto il coraggio di replicare, neanche magari per contestare. Io queste cose le vorrei fare nella massima riservatezza,  ci sono delle cose molto chiare che, vi assicuro, fanno capire che le cose che dicono sono comprovate. Cioè ci sono, ci sono dei fatti che possono far chiarezza su quello che è successo ad Emanuela ma queste persone non vogliono andare oltre. C’è chi addirittura parla di Segreto Pontificio. Sono delle situazioni assurde.

In questi messaggi si parla di papa Francesco. Uno dei due dice “…devi andare per questa strada… però bisogna risolvere perché questa è una cosa molto grave…. lo dobbiamo dire a Giani? al Comandante della Gendarmeria? No, no, assolutamente…. ma che scherzi, assolutamente no!” e successivamente hanno fatto delle “cose” che se loro mi convocano le dimostro.

Io mantengo la riservatezza, ma loro se ne stanno in silenzio senza dire nulla, si trincerano dietro al “tanto non succederà niente”. Come sta in silenzio Pignatone, non mi dice mai niente, non replica,  ma io vorrei che mi denunciasse e che mi dicesse “come ti permetti di dire queste cose?” Perché non mi denuncia neppure lui? Perché loro sanno, probabilmente, di cosa parlo e le cose che dico posso dimostrarle. Loro sono a conoscenza di quello che è successo ad Emanuela e non lo dico soltanto io, lo ha detto anche la Magistratura italiana: purtroppo il Vaticano ha creato sempre un filtro e ha depistato continuamente.

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4 Risposte a “Lo scambio di messaggi tra due prelati su Emanuela.”

  1. Pensées pour Emmanuela et solidarité avec la famille Orlandi.
    J’ai découvert votre histoire grâce au documentaire Netflix. J’espère de tout mon cœur que la vérité éclatera.

  2. Caro Pietro,
    I prelati non bruceranno tra le fiamme eterne, perché non esistono. I prelati esistono ma non le fiamme eterne.
    Carol, il papa polacco, senz’altro era a conoscenza di tutto, ed ha depistato tutto.
    Cosa nostra è senz’altro meglio della religione che ci impongono.
    Se non sei un poveraccio come me forse riesci a raggiungere la verità.

  3. L’atteggiamento del Vaticano e della gerarchia ecclesiastica è assolutamente intollerabile e vergognoso, sono peggio di Cosa Nostra. Se l’Inferno esiste molti di loro (prelati che sanno e non parlano o, peggio, depistano) finiranno a bruciare tra le fiamme eterne.
    Massima solidarietà e rispetto per la famiglia Orlandi che non si arrende e continua a combattere.

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