Emanuela Orlandi: Commissione parlamentare rinviata per approfondimenti.

Il governo frena sulla commissione d’inchiesta parlamentare per “approfondimenti”.

Il governo sospende i lavori sulla commissione di Inchiesta parlamentare su Emanuela Orlandi, e si ripromette di indagare sul mistero. A quarant’anni da allora l’esecutivo si preoccupa per l’avvio dei lavori e ha chiesto al presidente della commissione Affari costituzionali, Nazario Pagano, di sospendere l’esame del disegno di legge istitutivo della bicamerale per «ulteriori approfondimenti». Di che cosa si tratti però non è dato sapere.

Dietro la scelta raccontano in parlamento ci sarebbe il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, fortemente legato agli ambienti cattolici. Mantovano in passato ha presieduto la fondazione pontificia “Aiuto alla chiesa che soffre”, che si occupa di dare sostegno ai cattolici perseguitati. Un legame di cui non fa mistero, visto che ancora oggi dispensa solidarietà alla sua vecchia associazione con note ufficiali di Palazzo Chigi. Oggi sarebbe dovuto partire il voto degli emendamenti.

Alfredo Mantovano

Le ipotesi che circolano in ambienti parlamentari è che dietro la scelta di rinviare ci sia direttamente il Vaticano. Mantovano non ha fatto mai mistero del suo passato, e che il legame con gli ambienti pontifici sia ancora forte lo dimostra la nota di sabato scorso: «Palazzo Chigi aderisce all’iniziativa della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre volta a commemorare il primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Le luci della facciata di Palazzo Chigi resteranno spente dalle ore 20:00 della giornata odierna alle ore 1:00 di domani 26 febbraio».

Morassut chiede spiegazioni: «L’iniziativa è sorprendente, perché l’iter era già stato condiviso da tutti i gruppi parlamentari e gli stessi presidenti di Camera e Senato (dunque Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, ndr) avevano assicurato alle famiglie la massima celerità, cosa che effettivamente è avvenuta. Chiediamo all’esecutivo il motivo di questa decisione». Dello stesso tenore l’intervento di Silvestri: «Il governo non si nasconda e spieghi con urgenza quanto sta accedendo. Farlo è un suo dovere».

VANESSA RICCIARDI editorialedomani.it

 

Dopo 40 anni il governo deve ancora approfondire il caso Emanuela Orlandi. È con questa motivazione che l’esecutivo sta frenando sulla proposta di legge per l’istituzione della commissione d’inchiesta su alcuni casi irrisolti, a cominciare dal quello della ragazza di città del Vaticano scomparsa nel giugno 1983. Oggi la commissione Affari costituzionali ha rinviato il voto su richiesta del sottosegretario all’interno Nicola Molteni, che ha chiesto a nome del governo il rinvio “per approfondimenti“. Il provvedimento è atteso in Aula a marzo. La relatrice al provvedimento, Sara Kelany di Fdi, ha spiegato che il governo non ha indicato che tipo di approfondimenti debba effettuare. “Immagino siano approfondimenti tecnici”, ha detto la deputata del partito di Giorgia Meloni. “Si dovrebbero chiedere alla presidenza del Consiglio i motivi dell’approfondimento: forse lo ha chiesto il Vaticano“, accusa Roberto Morassut del Pd, autore di una delle due proposte di legge.

“Ho chiesto al presidente della Commissione cosa debba essere approfondito, ma non me lo ha saputo dire”, ha detto la capogruppo del Pd Simona Bonafè. “E’ a dir poco inconsueto che il governo freni l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. Possiamo accettare un rinvio di qualche giorno, ma non di più. Il provvedimento è stato calendarizzato per l’Aula a Marzo con una decisione presa in Capigruppo all’unanimità”, ha detto Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in commissione. “Questa scelta incomprensibile danneggia le famiglie e tutti i cittadini che chiedono di fare luce su questa torbida vicenda”, dice invece Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera. “Adesso sentirò il governo per capire se l’impreparazione con cui sono arrivati in commissione derivi da una loro incapacità di leggere di cosa si discute in commissione e quindi prepararsi prima, o da un fattore politico”, continua l’esponente dei 5 stelle. Protesta pure la famiglia. “Francamente, dopo quarant’anni, non so che cosa si debba approfondire, bisognerebbe cercare la verità e velocizzare il più possibile”, dice Laura Sgrò, avvocato degli Orlandi. “Noi ci auguriamo che questi approfondimenti si risolvano velocemente, la famiglia aspetta risposte da quaranta anni, l’approfondimento andrebbe fatto piuttosto nel senso della verità”, aggiunge Sgrò riferendo che la famiglia non è stata informata di questa decisione della commissione Affari costituzionali.

ilfattoquotidiano.it

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