1984 Gennaio Luglio. Mirella&Emanuela

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI

DIARIO DI UNA STORIA VERA

02 gennaio 1984

Il giornalista americano Richard Roth, rientrando a Roma dopo una assenza di circa tre settimane, trova le due lettere spedite da Boston che riguardano il caso Orlandi. I messaggi sono brevi, scritti in corsivo con una biro blu e con grafia simile a quella dei messaggi precedenti spediti, sempre da Boston, il 27 settembre e il 27 ottobre 1983. Nella prima lettera l’anonimo autore annuncia che il nome della cittadina soppressa (“a causa della reprensibile condotta della segreteria vaticana”) il 5 ottobre 1983 sarà rivelato esclusivamente al segretario di Stato Agostino Casaroli. Nella seconda ripete che “…si dia adito alla procedura di scarcerazione e consegna dei detenuti richiesti.”

10 gennaio 1984

Con una ordinanza d’urgenza, il Pretore di Napoli dispone “l’immediata cessazione della stampa e della ristampa e l’inibizione della vendita delle copie non ancora vendute del libro The Vatican Connection dell’Americano Richard Hammer”. Lo stesso accoglie il ricorso avanzato da Mario Filigni secondo il quale nel testo sono contenute notizie false e gravemente diffamatorie nei suoi confronti. Nel libro si parla dei tanti inspiegabili affari dell’Istituto Opere di Religione di Marcinkus, di Michele Sindona, del crack del Banco Ambrosiano, della misteriosa fine di Roberto Calvi e dell’accordo multimilionario in azioni e obbligazioni contraffatte tra mafia, banchieri e Vaticano fin dal 1971.

The Vatican Connection
L’UnitĂ  11/01/1984

14 gennaio 1984

Emanuela compie sedici anni.

21 gennaio 1984

L’UnitĂ  21/01/1984

22 gennaio 1984

L’Ansa alle ore 11,47 lancia questa agenzia: «Una ragazza dall’apparente etĂ  di 17 anni è stata trovata strangolata, con una cinghia ancora attorno al collo, in un vigneto lungo via Rocca Di Papa a Grottaferrata. Il corpo è stato scoperto questa mattina dal proprietario della vigna, Aldo Urbinello, e non presenta altri segni di violenza. La testa era leggermente coperta di terriccio e la giovane aveva pantaloni neri, una maglietta bianca e un cappotto di velluto nero. Gli investigatori stanno vagliando la possibilitĂ  si tratti di una ragazza della stessa etĂ  e con gli stessi connotati, Caterine Skerl, nata nel maggio del 1967 (nda la data di nascita nell’agenzia ANSA risulta errata, Katty Skerl nasce il 5 gennaio 1967) e abitante a Roma in via Isidoro Del Lungo che ieri sera è uscita di casa indossando vestiti uguali e che non ha piĂą dato notizie di sĂ©: la madre ne ha denunciato la scomparsa nella stessa serata di ieri al commissariato San Basilio. La cinghia trovata al collo della giovane strangolata è rossa e gli investigatori ritengono sia di una borsetta da donna».

L’unitĂ  23/02/1984
L’unitĂ  24/01/1983
L’UnitĂ  22/01/1984

18 febbraio 1984

Italia e Vaticano ratificano il nuovo Concordato a palazzo Madama. Bettino Craxi, presidente del Consiglio e Agostino Casaroli, Segretario di stato vaticano firmano l’atto.

23 marzo 1984

La sera del 23 marzo 1984, verso l’ora di chiusura, quattro uomini con il volto coperto sequestrarono una delle guardie giurate della Brink’s Securmark, un deposito di valori sulla via Aurelia che faceva capo alla catena bancaria privata di Michele Sindona. Lo portarono a casa e lo tennero in ostaggio fino al mattino successivo insieme alla moglie e ai figli. All’alba uno di loro restò a guardia dei familiari, gli altri tre lo condussero nel caveau dove disarmarono e sequestrarono altri due agenti che erano di guardia. Poi, senza colpo ferire, portarono via liquidi, traveller’s cheque, oro e preziosi per una cifra enorme, inizialmente stimata attorno ai 35 miliardi di lire ma che, da successivi calcoli, risultò molto superiore, forse oltre i 60 miliardi di lire.

L’UnitĂ  25/03/1984

22 aprile 1984

Si conclude il Giubileo straordinario della redenzione.

L’Ansa viene condannata per aver riportato il testo del messaggio su Emanuela Orlandi per omesso controllo. Avrebbe dovuto verificare se quanto dicevano gli anonimi terroristi corrispondeva a veritĂ  o no. Si tratta del comunicato del 17 ottobre 1983 nel quale il sedicente Dragan consigliava di interrogare il giocatore della squadra di calcio della Lazio Arcadio Spinozzi (“PerchĂ© non interrogate giocatore di Lazio Spinozzi?”). Il calciatore viene citato per la seconda volta, la prima in una telefonata anonima ricevuta dall’avvocato Egidio il 7 settembre 1983: “Emanuela è in viaggio verso Parigi, interrogate Spinozzi, lui sa”.

25 aprile 1984

Il Papa, al termine dell’udienza generale, rivolge il suo ottavo appello per la liberazione di Emanuela Orlandi.

L’UnitĂ  26/04/1984
Corriere della Sera 26/04/1984

26 aprile 1984

Per la prima volta Ercole Orlandi, in una intervista al Corriere della Sera, rivela che secondo lui la matrice del rapimento è politica aggiungendo che alla base dell’intrigo c’è qualcosa di estremamente pericoloso. “Possiamo pensare diecimila cose ma non troviamo mai una risposta logica. Da tutti i messaggi si intuisce che la storia è politica. A noi non è stata fatta alcuna richiesta. Dove si cela la spiegazione? vede, è una mia idea: il segreto, devono essere in pochi, pochissimi a conoscerlo. Due, tre… e forse è meglio non saperlo. Però io sono il padre di Emanuela. C’è chi l’ha detto: il padre vive “al di quà” delle mura, vive in Vaticano. Per questo motivo non sono sincero? C’è un fatto o dei fatti che nascondo? Sui giornali si è avanzato il dubbio. Finora la fede ci ha sorretto. Ma se sapessi qualcosa che può ridarci Emanuela non mi arresterebbero nemmeno le mura del Vaticano”.

L’articolo è corredato da una foto, in prima pagina, scattata durante l’udienza per la Pasqua del 1981 e ritrae alcuni ragazzi tra cui Emanuela e una sua amica intima: Gabriella Giordani figlia di un collega di Ercole. Gabriella è ripresa di fianco, il viso coperto dai capelli e dunque quasi praticamente irriconoscibile.

Corriere della Sera 26/04/1984
Corriere della Sera 26/04/1984

Verso le 11.00 a casa di Gabriella Giordani arriva una telefonata. Risponde la madre, Elvira Muzzi e uno sconosciuto, un uomo con accento straniero, chiede della figlia. La madre risponde che Gabriella non è in casa e l’interlocutore esclama: “Emanuela sta bene, dille a Gabriella” riattaccando. Da un confronto fonico con la voce dell’Amerikano, la madre di Gabriella afferma che la stessa è molto simile a quella ricevuta e che è conforme anche a quella ricevuta alle ore 16,00 del 7 luglio, quando lo sconosciuto pronunciò soltanto: “Emanuela” riattaccando.

27 aprile 1984

Cambio al vertice dei Servizi Segreti italiani. L’ammiraglio di Marina Fulvio Martini succede al Generale dell’Esercito Lugaresi Nino al SISMI e Vincenzo Parisi sostituisce Emanuele De Francesco al SISDE.

 

maggio 1984

Da una cittadina vicino a Francoforte viene imbucata una cartolina indirizzata alla famiglia Orlandi. Una mano dalla grafia apparentemente infantile vi aveva scritto:  “Signora Orlandi, stia tranquilla. Emanuela tornerĂ  presto”.

1 maggio 1984

L’UnitĂ  01/05/1984

25 maggio 1984

Alcuni rappresentanti dello IOR firmano un accordo in base al quale l’istituto bancario vaticano si impegna a versare ai liquidatori del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi 240,9 milioni di dollari (250 milioni di dollari è esattamente l’ammontare dell’indebitamento che lo IOR aveva, al momento del crack, con l’Ambrosiano.)

12 giugno 1984

Alla redazione del Messaggero e dell’Ansa arrivano due lettere da Francoforte, la stessa città dalla quale, il 21 luglio 1983 erano arrivate altre due lettere. Nelle missive viene scritto “Non avete liberato Alì Agca, Seder Celebi e gli altri suoi amici, per questo Emanuela non è tornata”. Inoltre le lettere contengono gravi minacce contro la figlia e la nipote del giudice Ilario Martella.

21 giugno 1984

Corriere della Sera 21/06/1984

22 giugno 1984

L’UnitĂ  22/06/1984

26 giugno 1984

Identikit fornito da Z.P.

Viene escussa a SIT Z.P., figlia di un impiegato all’Ufficio permessi di Porta S.Anna del Vaticano che riferisce di due “incontri” con uno sconosciuto. La stessa mette a verbale che in prossimitĂ  di Piazza Porta Cavallegeri: “ho notato avvicinarsi e parcheggiare poco distante a me una autovettura tipo BMW di colore nero, probabilmente modello 320. […] dall’autovettura è disceso un uomo […] vestiva elegantemente ed aveva un portamento particolarmente fine. Il predetto, dopo essere sceso dall’autovettura […] si è rivolto a me chiedendomi se ero disposta […] a partecipare ad un provino pubblicitario per la societĂ  Algida con un compenso di lire 300.000 per solamente 20 minuti di impegno. Il provino si sarebbe svolto immediatamente […] unitamente ad altre ragazze […] preciso che il 15 giugno […] sulla linea dell’autobus 98, ho incontrato lo stesso personaggio. Lungo il tragitto lo sconosciuto mi ha osservato con insistenza avvicinandosi talmente a me da risultarmi fastidioso”. Dell’uomo viene stilato un identikit.

 

 

5 luglio 1984

In località Arzachena (Sassari), nella locale stazione dei Carabinieri viene interrogato A.G., pensionato dello Stato Vaticano che in servizio svolgeva le funzioni di Sovrastante dell’Ufficio Centrale di Vigilanza. Poco prima di essere collocato in pensione la Signora Gugel gli ha fatto presente che la figlia Raffaella era seguita da uno sconosciuto e gli ha chiesto se era disposto ad accompagnarla lungo la strada che percorreva allo scopo di mostrargli l’anonimo. Il funzionario, essendo amico della famiglia Gugel e ritenendo fosse suo dovere come incaricato della vigilanza, acconsentì alla richiesta e insieme alla Gugel iniziarono a percorrere un tratto di strada intorno alla Città del Vaticano. Le ricerche diedero esito negativo e l’accompagnatrice fece richiesta allo stesso di non riferire la vicenda ai suoi superiori. Prima che accadesse questo episodio, anche il suo capoufficio, Camillo Cibin, gli aveva esternato, in privato, analoga preoccupazione nei riguardi della moglie e delle figlie perché “oggetto di particolari attenzioni da parte di sconosciuti”.

10 luglio 1984

Terminano i lavori della Commissione d’inchiesta sulla P2 (Propaganda Due); la relazione è stesa dall’onorevole Tina Anselmi per decisione della Commissione assunta nella riunione del 6 giugno 1983. Nella seduta dell’11 giugno la Commissione decide di allegare alla relazione di maggioranza le relazioni di minoranza. 

L’avvocato Egidio dichiara: “I responsabili del rapimento sembrerebbero aver dimostrato di voler e di poter gestire la vicenda in tempi lunghi. Ciò potrebbe dar adito a ritenere che possa tuttora esserci una possibilità di soluzione. Questa storia, lunga triste, enigmatica, solleva interrogativi sulla cinica azione di chi, in un piano più vasto e per obiettivi diversi, ha inteso avvalersi di una giovanissima ragazza, usandola quale mezzo, tra i mezzi, per conseguire dei fini. Ritengo però che una risposta dovrà pure essere finalmente data all’enigma Emanuela”.

11 luglio 1984

Alle 19,20 viene interrogato Ercole Orlandi il quale spontaneamente dichiara: “Verso agosto-settembre del 1982, prima della scomparsa di Emanuela, ho saputo da mia figlia Natalina che in quei giorni, una ragazza a nome Raffaella Gugel, pure abitante in CittĂ  del Vaticano, figlia di Angelo Gugel, aiutante di camera del Santo Padre, era impaurita e non voleva uscire in quanto si sentiva pedinata […] Dopo che è scomparsa mia figlia Emanuela, mia sorella Anna Orlandi ha avuto conferma di quanto sopra, dalla stessa madre di Raffaella. La madre di Raffaella disse altresì a mia sorella che avevano riferito i fatti al Sovrastante della vigilanza Vaticana Camillo Cibin, il quale spesso mandava degli agenti dietro a Raffaella […] Tengo a precisare che una sorella di Raffaella, a nome Flaviana credo, quest’ultima della stessa etĂ  di mia figlia Emanuela, somigliava molto a mia figlia qui citata […] e che spesso Emanuela e Raffaella uscivano assieme, molto piĂą spesso che Raffaella e Flaviana […] preciso infine che a detta di molti, c’è molta rassomiglianza tra me e Angelo Gugel, tanto che, alcune persone a volte mi scambiano per lui”.

Alla stessa ora viene interrogato G.G. (impiegato all’anticamera pontificia) il quale riferisce che: “parlando con Gugel Angelo, aiutante di camera del Papa, […] gli dissi che a mio parere era da ritenersi fortunato, in quanto molto probabilmente, i rapitori (di Emanuela nda) se avessero rapito Raffaella avrebbero centrato l’obbiettivo, in quanto figlia dell’aiutante di camera di Sua Santità. A tale proposito Gugel mi confidò che molto prima del rapimento di Emanuela, sua figlia Raffaella ebbe l’impressione di essere pedinata da un uomo dal portamento distinto. […] Io fui meravigliato dall’apprendere tali parole e ammonii il Gugel dicendogli che era suo dovere darne avviso alle famiglie che vivono in Vaticano, dopo quello che era accaduto”. 

12 luglio 1984

Alle 10,35 viene interrogata Anna Orlandi, sorella di Ercole e zia di Emanuela la quale conferma i fatti riferiti da Ercole il giorno precedente e aggiunge che: “[…] la famiglia Gugel mi è sembrata molto preoccupata, [nda per i pedinamenti alla quale Raffaella era interessata] in quanto, dopo la scomparsa di Emanuela, hanno annullato il loro telefono diretto e Flaviana ha tagliato i capelli molto corti e tinti, da scuri a biondi; inoltre, sia Raffaella che Flaviana hanno sospeso le loro attività esterne […] desidero precisare che, prima che tagliasse i capelli, Flaviana aveva una certa rassomiglianza con Emanuela. Credo che tuttora, sia Raffaella che Flaviana, in particolar modo quest’ultima, vanno e tornano da scuola sempre assieme a qualcuno, o il genitore o qualche collega di quest’ultimo”.

13 luglio 1984

Nell’ambito delle indagini, alla base di quanto dichiarato dai famigliari di Emanuela, da una qualificata fonte informativa, da G.G. (impiegato all’anticamera pontificia), da A.G. (Sovrastante dell’Ufficio Centrale di Vigilanza) e, successivamente, da Raffaella Gugel, i Carabinieri del Reparto Operativo inviano a Domenico Sica un rapporto giudiziario dove si legge che:

  • Raffaella Gugel era amica ed assidua frequentatrice di Emanuela, tanto da accompagnarsi spesso con lei in molti luoghi pubblici;
  • La sorella di Raffaella Gugel, Flaviana, è molto somigliante ad Emanuela;
  • Angelo Gugel è molto somigliante ad Ercole Orlandi, padre di Emanuela, tanto da essere scambiato da molti con quest’ultimo;
  • Dopo la scomparsa di Emanuela, presso la famiglia Gugel, sono giunte telefonate “mute”.

             Tale situazione […] lascia ragionevolmente supporre che gli eventuali rapitori di Emanuela Orlandi, nella fase preparatoria dell’atto criminoso, abbia avuto l’intenzione di “studiare le mosse” della famiglia Gugel (molto vicina al Santo Padre e quindi costituente un obiettivo remunerativo per richieste di ogni genere) ed in seguito abbiano ripiegato su Emanuela Orlandi per un mero errore, reso possibile dai punti sopra citati, o  per motivi sconosciuti.

24 luglio 1984

A Miane (Treviso) viene interrogata dai Carabinieri della 3^ Sezione del Reparto Operativo di Roma, Raffaella Gugel che riferiva: “Dopo alcuni giorni che il Santo Padre fu attentato dal terrorista turco, mio padre mi disse di stare attenta per la strada, perchĂ© nella CittĂ  del Vaticano erano circolate delle voci di un possibile rapimento di un cittadino vaticano in cambio del terrorista turco Alì Agca. In quel periodo io andavo a scuola in corso Vittorio Emanuele II, Istituto Tecnico Commerciale Vincenzo Gioberti, e ogni mattina, alle ore 8,15 prendevo l’autobus 64 dal capolinea ubicato nella piazza quasi di fronte all’ingresso di Porta S. Anna. Alla fermata successiva al capolinea, saliva a bordo un uomo sui 28-30 anni con giacca e pantaloni (tipo sportivo), il quale prendeva posto a sedere e notavo che mi osservava ripetutamente. Questo episodio si verificava quasi ogni mattina, preciso che nell’arco di una settimana succedeva tre giorni di fila e poi vi era una sosta di un giorno e successivamente gli altri due o tre giorni rincontravo questo uomo. Fin dai primi “incontri” con questo uomo nell’autobus, riferii l’episodio a mio padre, ma non ho mai saputo se ne ha fatto parola con alcuno. Questi incontri con questo uomo durarono per circa due o tre settimane ma alla fine non lo vidi piĂą. Posso riferire i dati somatici di questo uomo ma non sono in grado di farvi eseguire un identikit. Era alto un metro e ottanta con corporatura snella, carnagione scura, tipo nazionalitĂ  turca, capelli scuri ricci, con occhi scuri. Per quanto riguarda i discorsi che ho sentito in Vaticano per la scomparsa di Emanuela Orlandi, posso dire che nel periodo in cui fu rapita Emanuela io non ero in Vaticano perchĂ© mi trovavo nel comune di Caorle (Venezia) in colonia in qualitĂ  di assistenza ai bambini che frequentavano la colonia che era gestita dalla Diocesi di Vittorio Veneto. Dopo due mesi ritornai in vaticano e ogni persona che incontravo parlava della vicenda commentando il fatto a modo suo. […] Sono sicura di non aver visto mai quell’uomo quando ero in compagnia di Emanuela Orlandi.

31 luglio 1984

Andronov Ion, ufficialmente conosciuto in occidente come giornalista della rivista culturale sovietica Literaturnaya Gazeta, in realtĂ  alto ufficiale del GRU (agenzia di intelligence militare straniera dello Stato Maggiore dell’Esercito dell’Unione Sovietica) incontra l’avvocato Egidio per avere notizie sulla scomparsa di Emanuela. All’incontro partecipa anche Nicola Cavaliere.

 

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