1984 Agosto Dicembre. Mirella&Emanuela

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI

DIARIO DI UNA STORIA VERA

03 agosto 1984

Alla redazione dell’Agenzia Ansa di Mestre (Venezia) arriva il primo comunicato di una organizzazione sconosciuta agli inquirenti: NOMLAC (Nuova Organizzazione Musulmana per la Lotta Anticristiana). Nel comunicato, scritto a mano su un foglio di carta da lettere si legge:

COMUNICATO 1 – AGOSTO 1984

EMANUELA ORLANDI NON E’ PRIGIONIERA DEL FRONTE DI LIBERAZIONE TURCO ANTICRISTIANO

EMANUELA ORLANDI SI TROVA IN EUROPA

CONDIZIONI DI RILASCIO

ALI’ AGCA DEVE ESSERE TRASFERITO NELLE CARCERI VATICANE

IL VATICANO DEVE TRATTARE CON UN PAESE ESTERO DOVE ALI’ AGCA PUO’ ESSERE MESSO AGLI ARRESTI DOMICILIARI

GROSSA SOMMA IN DENARO

IL PAPA DEVE DARE IL PROPRIO GIUDIZIO FAVOREVOLE

LO SCAMBIO DEVE AVVENIRE ENTRO IL 25 DICEMBRE OPPURE LA RAGAZZA SARA’ UCCISA CI SARANNO ANCHE ATTENTATI CONTRO IL VATICANO

ALI NOMLAC

NUOVA ORGANIZZAZIONE MUSULMANA PER LA LOTTA ANTICRISTIANA

Primo Comunicato NOMLAC

15 agosto 1984

Nel libro-intervista Segreto Criminale – La vera storia della banda della Magliana Sabrina Minardi confida alla giornalista Raffaella Notariale che nel mese di agosto/settembre del 1984 partorì un figlio avuto con Enrico De Pedis:

Notariale: “Sabrina, perché non vuoi parlare di quest’argomento?”

Minardi: “Bhe’, non è una cosa di cui vantarsi. Ne ho fatti tanti nella mia vita. Due figli e troppi aborti. Dopo aver partorito Valentina, sono rimasta 

incinta di Renato e quello l’ho tenuto, solo che non so che fine abbia fatto. Lui me lo portò via quando aveva sei mesi”

Notariale: Dove l’avevi partorito questo bimbo?”

Minardi: “A Villa Gina”

Notariale: E quando?”

Minardi: “1984”

Notariale: “E il mese, il giorno?”

Minardi: Intorno al 15. Quindici… che ne so… settembre… agosto o settembre. Era caldo. Faceva molto caldo, mi ricordo”

Notariale: “Ma è un parto. Come fai a non ricordartelo?”

Minardi: “Guarda che io dopo me so’ pippata i treni de cocaina! Eh, voglio dì, mettemoce pure questo, eh! Io manco me ricordo er compleanno mio e quello de mi fija! Davvero! Nella mia vita e nei miei ricordi ha influito tanto la cocaina. Poi ho chiesto pure alle guardie, agli amici poliziotti, quelli che mi sono venuti a trovare in comunità per chiedermi della Orlandi. Gli ho chiesto se andavano a verificare, a cercare qualche traccia sua. M’hanno detto che a Villa Gina non esiste più niente. Dicono che è tutto in totale stato di abbandono”

Notariale: “E non sai dove fu portato questo bambino? A chi lo affidò Renato?”

Minardi: “No”

Notariale: ”Come lo avevi chiamato?”

Minardi: “Alessandro”

Notariale: “Alessandro De Pedis? Renatino gli aveva dato il cognome?”

Minardi:Dubito, ma non ho certezze. Fece tutto lui, io non sono sicura di nulla perché i documenti non li ho mai visti. Andò lui a dichiararlo e vattelapesca. Va’ a capì che impicci hanno fatto lui, il medico che m’ha fatto partorire, l’impiegato dell’anagrafe… E che ne so! Renato può aver chiesto e ottenuto qualsiasi cosa!”.

 

21 agosto 1984

Giunge un nuovo comunicato. Si tratta del quinto messaggio firmato Fronte di liberazione anticristiano Turkesh dopo quelli del 4, dell’8, del 13 agosto 1983 e del 22 settembre 1983. Arriva con lettera raccomandata alla sede di Milano dell’Ansa con i timbri dell’ufficio postale di Ancona Ferrovia. E’ scritto a penna in stampatello, tranne la firma, in corsivo e poco leggibile.

KOMUNICATO X

Comunichiamo le condizioni per il rilascio di Emanuela Orlandi – XXX

  1. trattato tra Italia e Santa Sede sull’estradizione;
  2. pronuncia del papa favorevole;
  3. trasferimento di Agca nelle carceri vaticane;
  4. trattato tra la Santa Sede ed un altro paese come il Costarica o il Panama dove Agca potrebbe essere messo agli arresti domiciliari

Emanuela dice: “Papà ascoltami, ricordati i ritagli”.

Fronte di liberazione turco anticristiano Turkesh. Il mio nome è Alì Xocom Tilek Sholsun Mohammed (Antonov Aleksej).

Prendono il via le ricerche nelle zone dove nel terzo comunicato (quello del 13 agosto 1983) il fronte Turkesh aveva inserito una cartina geografica della Toscana comprendente il Monte Amiata e i comuni di Arcidosso e Grosseto perché la frase detta da Emanuela lasciava intendere ai ritagli degli allegati del comunicato.

L’avvocato Egidio è scettico: “Credo poco all’autenticità di questo messaggio del Turkesh. Come nelle precedenti occasioni, infatti, questo Fronte turco anticristiano non ha fornito alcuna prova valida del fatto che Emanuela sia in vita. Già nell’agosto dello scorso anno, sulle basi di mie analisi personali e di riscontri, conclusi, e lo comunicai, che l’attendibilità del sedicente Fronte turco era molto scarsa. Maggiore credito andava dato all’altro gruppo, quello americano che si era rivolto prima alla famiglia Orlandi e poi al giornalista della CBS di Roma. Le ultime novità non hanno modificato la mia analisi”.

 

22 agosto 1984

L’Unità del 22/08/1984
L’Unità del 22/08/1984

23 agosto 1984

Il presidente della Costarica, Luis Alberto Monge, dopo aver appreso del comunicato del fronte Turkesh dichiara di essere disposto ad accogliere Alì Agca ma soltanto per ragioni umanitarie e su richiesta dello stesso papa.

L’Unità del 23/08/1984

 

24 agosto 1984

L’Unità del 24/08/1984

25 agosto 1984

L’Unità del 25/08/1984

26 agosto 1984

Le ricerche sul Monte Amiata vengono sospese perché ad Ercole Orlandi viene in mente un episodio familiare al quale potrebbe alludere la frase “Papà ascoltami, ricordati i ritagli”, contenuta nel comunicato del Turkesh. In questura, il 25 agosto 1984, padre della ragazza racconta che, quando Emanuela frequentava la scuola media, l’insegnante le aveva assegnato una ricerca sulle capitali europee. In quell’occasione Ercole Orlandi aiutò la figlia a trovare alcune illustrazioni e a incollare sul quaderno fotografie e cartoline. Su espressa richiesta degli inquirenti il padre consegna il quaderno scolastico dove effettivamente vi erano delle ricerche geografiche in lingua inglese corredate da ritagli di stampa riproducenti le località descritte. Emanuela fu felice dell’aiuto di suo padre e spesso ricordava l’episodio.

Il sostituto procuratore Domenico Sica dichiara: “Devo dire che in questa storia non ci si capisce ancora niente”. Nicola Cavaliere, capo della Sezione Omicidi della Questura di Roma ammette che: “In quattordici mesi il caso Orlandi non ci ha lasciato un attimo di tregua. Tutto questo grazie all’accurata e sibillina regia di una mente o delle menti che tirano le fila di quest’operazione criminale. E’ stato un continuo susseguirsi di colpi di scena, di messaggi, di minacce di ultimatum, di mezze verità che dicono senza dire, che lasciano aperta una speranza senza mai fornire alcuna certezza”. “E’ una storia molto più grande di quanto non appaia” si lascia sfuggire il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi De Sena.

28 agosto 1984

Maria Pezzano, la mamma di Emanuela in una intervista sostiene: “Il nuovo messaggio arrivato pochi giorni fa ci fa trascorrere più in fretta le giornate nella speranza che al più presto ne arrivi un altro. La nostra speranza si rafforza continuamente, anche se ormai sono passati 14 mesi dalla scomparsa di Emanuela. Questa attesa però ci sta logorando tutti. Attendo ogni giorno il ritorno di Emanuela. Dobbiamo infatti trascorre con lei il tempo che ci è stata lontana“.

04 settembre 1984

L’Unità del 04/09/1984

05 settembre 1984

L’Unità del 05/09/1984

16 settembre 1984

Su L’Espresso, Mario Scialoja scrive: “Molti elementi lasciano pensare che parallelamente ai messaggi resi pubblici si svolga una trattativa riservata con il Vaticano e la richiesta di liberare il turco Alì Agca è un obiettivo di copertura o il punto emergente di un pacchetto di richieste più vasto rivolto al Vaticano. Anche di questo sono ormai convinti alcuni inquirenti i quali, però, per il momento non possono parlare che di ipotesi. Risulta che il sostituto procuratore Sica abbia incontrato il segretario di Stato vaticano, Agostino Casaroli, e il suo assistente, il vescovo spagnolo Eduardo Martinez Somalo. Il magistrato avrebbe cercato di capire se esistono altri canali di trattativa e se i rapitori hanno fatto altre richieste al Vaticano. La risposta ufficiale sarebbe stata negativa”. Scialoja ritiene che la situazione potrebbe essere diversa: “Tutte le ipotesi sono possibili: lotte intestine al Vaticano, ricatto contro i papa polacco, connessioni con lo scandalo IOR, Calvi, la P2, la Bulgaria e il caso Antonov”.

18 settembre 1984

Alle ore 12 arriva presso la redazione del Corriere della Sera di Roma il secondo comunicato del gruppo NOMLAC. Lo stesso richiede il trasferimento di Alì Agca nelle carceri del vaticano per essere poi, successivamente trasferito in un paese estero e messo agli arresti domiciliari. Viene altresì richiesta al vaticano una somma di denaro pari a venti milioni di dollari per il processo di scambio con Emanuela.

COMUNICATO 2 – Settembre 1984

  • EMANUELA ORLANDI E’ ORA IN MANO NOSTRA
  • EMANUELA ORLANDI STA BENE
  • EMANUELA ORLANDI HA DETTO – “MAMMA PREGA IL PAPA”

CONDIZIONI DI RILASCIO

  1. ALI’ AGCA DEVE ESSERE TRASFERITO NELLE CARCERI VATICANE
  2. ALI’ AGCA DEVE ESSERE MANDATO IN UN PAESE ESTERO DOVE PUO’ ESSERE MESSO AGLI ARRESTI DOMICILIARI
  3. GIUDIZIO FAVOREVOLE DEL PAPA
  4. SOMMA IN DENARO DAL VATICANO DI 20 MILIONI DI DOLLARI

LO SCAMBIO ENTRO IL 25 DICEMBRE

[TURKESC MORIRA’]

NOMLAC

NUOVA ORGANIZZAZIONE MUSULMANA PER LA LOTTA ANTICRISTIANA

20 settembre 1984

L’Unità del 20/09/1984

21 settembre 1984

La Squadra Mobile emette un mandato di cattura nei confronti di Enrico De Pedis per associazione a delinquere.

26 settembre 1984

Alle due di notte viene ucciso Tony Chichiarelli mentre era in auto sotto casa con la compagna e il bambino di pochi mesi. Nel corso della perquisizione del suo appartamento, all’interno della cassaforte fu trovata una videocassetta etichettata B.Ok che conteneva lo speciale del TG1 relativo alla della rapina alla Brink’s. Luciano Dal Bello, migliore amico di Chichiarelli e informatore dei Carabinieri (in particolare del maresciallo Antonio Solinas), fu ammesso al repulisti nell’appartamento dove — stando a quanto poi dichiarò al magistrato — sarebbero stati trovati documenti apparentemente provenienti dalle BR, ma che non risultarono allegati agli atti.

30 settembre 1984

Viene tratto in arresto Enrico Nicoletti, il cassiere della banda della Magliana.

13 ottobre 1984

Nelle pagine de Il Tempo viene ripreso un articolo pubblicato su Le Monde dal giornalista sovietico in esilio a Parigi, Anatoli Gladilin. Lo stesso riferisce che: “la Literaturnaya Gazeta” (una rivista culturale sovietica) “ebbe la missione di provare che l’attentato al papa era opera della CIA e il colonnello Andronov Ion, ufficiale di carriera del KGB*, (nda in in realtà non del KGB ma alto ufficiale del GRU Agenzia di Intelligence Militare Straniera dello Stato Maggiore dell’Esercito dell’Unione Sovietica conosciuto in occidente come giornalista della stessa rivista culturale) ne fu incaricato”.

Il giornalista/colonnello del GRU Andronov Ion è lo stesso personaggio che il 26 luglio 1984 ebbe un incontro con l’avvocato Egidio in merito alla scomparsa di Emanuela. Lo stesso, alla presenza di Nicola Cavaliere ipotizzava che la sparizione di Emanuela potesse essere stata voluta per “far tacere qualcuno a conoscenza di occulte sovvenzioni del Vaticano al movimento Solidarnosh”.

1 novembre 1984

Il giudice istruttore Ilario Martella deposita l’ordinanza di rinvio a giudizio dei turchi Musa Serdar Celebi, Oral Celik, Omer Bagci, Bekir Celenk e dei bulgari Antonov, Ajvazov e Vassilev nell’ambito dell’inchiesta per l’attentato al papa. Nell’ordinanza di rinvio a giudizio di Martella, trova spazio anche il caso Orlandi: “Il processo potrebbe anche valere ad aprire uno spiraglio di luce su un’altra vicenda di efferata criminalità (e sul piano umano, altrettanto dolorosa e drammatica), quale quella del rapimento di Emanuela Orlandi, i cui ignoti autori hanno talora voluto collegare ai fatti e alle persone implicate nell’attentato al papa”.

22 novembre 1984

Alla redazione milanese dell’Ansa arriva il settimo comunicato del Turkesh dove si sollecita l’intervento del pontefice per il rilascio di Emanuela e si indicano sette particolari della sua vita per testimoniare che gli autori del messaggio sono in contatto con lei e che, di conseguenza la giovane è viva:

Komunicato – XX – A seguito del comunicato X questo è il penultimo – XXX – il sommo pontefice non ha ancora soddisfatto il trattato con il Costarica che indurrebbe lo Stato italiano a farne uno altrettanto significativo con l’Italia con conseguente liberazione di Alì Agca nelle carceri vaticane prima, agli arresti domiciliari dopo; chi si proclama vicario di Cristo parli, chi ha l’ordine sacro di perdonare perdoni. Chi ha parlato numerevolmente parli e firmi il trattato con paese cattolico. A dimostrazione di questo allegando nell’ultimo comunicato la foto di Emanuela Orlandi et informazioni su XXX Mirella Gregori e altre ma solo dopo i due trattati. A dimostrazione per Ercole Orlandi sette particolari (l’altra faccia del foglio rivelata solo se veritiera): I) Emanuela formulò una frase che rese di ghiaccio suo padre due giorni prima di essere rapita; II) sa che sua sorella ha un problema; III) ha un paio di scarpe bianche in un armadio; IV) via Frattina 1982; V) c’è bisogno di un medico che prescriva calmanti adatti a lei; la sua pressione è alta e l’orrenda prigionia determina questo bisogno; VI) chiede di amica che si chiama Anna; VII) un leggero blocco renale ha prodotto l’intorpidità di una mano. Risolto. Chiediamo immediato intervento del papa. Alì Tucon (Aleksoj Antonov) Mohammed Teleki.

23 novembre 1984

L’Unità del 23/11/1984

26 novembre 1984

Enrico De Pedis viene tratto in arresto in esecuzione del mandato di cattura del Tribunale di Roma per associazione per delinquere e traffico di droga. Per favoreggiamento, nei suoi confronti, vengono anche arrestati De Tomasi Giuseppe Sergio e Vanni Terenzio.

PREGIUDICATO ARRESTATO IN CASA DELL’ EX MOGLIE DI GIORDANO

(ANSA) – ROMA, 27 NOV – UNO DEI PIU’ GROSSI ESPONENTI DELLA CRIMINALITA’ ROMANA E’ STATO ARRESTATO NELLA NOTTE DAGLI AGENTI DELLA SQUADRA MOBILE IN CASA DELLA EX MOGLIE DEL CALCIATORE DELLA LAZIO BRUNO GIORDANO. ENRICO DE PETIS, (NDA De Pedis) 30 ANNI, DETTO ”RENATINO”, ERA RICERCATO DA ANNI PER OMICIDIO, TENTATO OMICIDIO, DETENZIONE E SPACCIO DI STUPEFACENTI, ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE. SECONDO IL NUOVO CAPO DELLA SQUADRA MOBILE, RINO MONACO, DE PETIS (NDA De Pedis) AVEVA SOSTITUITO NELLA DIREZIONE DEI RAPPORTI TRA CRIMINALITA’ ROMANA E MAFIA SICILIANA FRANCO GIUSEPPUCCI E, DOPO LA SUA UCCISIONE, DANILO ABBRUCIATI, UCCISO A SUA VOLTA A MILANO DURANTE L’ ATTENTATO AL VICE PRESIDENTE DEL BANCO AMBROSIANO ROBERTO ROSONE. E’ STATA UNA INDAGINE SUGLI STUPEFACENTI A CONDURRE IL CAPO DELLA MOBILE FINO ALL’ APPARTAMENTO DI VIA ELIO VITTORINI, APPARTENENTE A SABRINA MAINARDI, (NDA Minardi) 24 ANNI. NELLA NOTTE LA POLIZIA HA FATTO IRRUZIONE NELL’ ABITAZIONE NELLA QUALE C’ERANO, OLTRE A DE PETIS, (NDA De Pedis) L’ EX MOGLIE DEL CALCIATORE LAZIALE E CESARE TAFANELLI, 33 ANNI, PROPRIETARIO DI UNA CATENTA DI SUPERMERCATI. LA RAGAZZA E TAFANELLI SONO STATI ARRESTATI PER IL REATO DI FAVOREGGIAMENTO. (SEGUE). RED-COL/BM 27-NOV-84 15:06 NNNN

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PREGIUDICATO ARRESTATO IN CASA DELL’ EX MOGLIE DI GIORDANO (2)

 (ANSA) – ROMA, 27 NOV – ENRICO DE PETIS (NDA De Pedis) ERA RICERCATO IN PRATICA DA SETTE ANNI, PRIMA PER REATI MINORI, POI ANCHE PER OMICIDIO. TRA L’ ALTRO E’ RITENUTO RESPONSABILE DEGLI OMICIDI DI MAURIZIO PROIETTI E DEL CUGINO FERNANDO (DUE ESPONENTI DI PRIMO PIANO DELLA CRIMINALITA’ ROMANA) AVVENUTI NEL 1981 E 82. DALLE INDAGINI SVOLTE DA MONACO, INOLTRE, RISULTA CHE ”RENATINO” SI E’ INCONTRATO RIPETUTAMENTE CON I FRATELLI GIUSEPPE E NINO FERRARA DI CATANIA E CON UN ALTRO SICILIANO, FRANCESCO CANNIZZARO. LA POLIZIA RITIENE CHE DE PETIS, (NDA De Pedis)  IL QUALE CIRCOLAVA CON UNA PATENTE INTESTATA A CESARE TAFANELLI, ABBIA PROVVEDUTO A TRASPORTARE EROINA E COCAINA DALLA SICILIA A ROMA CON LE AUTO DI LUSSO DI CUI DISPONEVA. A DISPORRE L’ ARRESTO DI DE PETIS (NDA De Pedis) PER I REATI DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, DETENZIONE E SPACCIO DI STUPEFACENTI, OMICIDIO E TENTATO OMICIDIO, E’ STATO IL GIUDICE ISTRUTTORE CATENACCI. RED-COL/PA 27-NOV-84 16:48

27 novembre 1984

L’Unità del 27/11/1984

28 novembre 1984

ARRESTI DOMICILIARI EX MOGLIE GIORDANO

(ANSA) – ROMA, 28, NOV – HA OTTENUTO GLI ARRESTI DOMICILIARI SABRINA MAINARDI, (NDA Minardi) MOGLIE SEPARATA DEL CALCIATORE DELLA LAZIO BRUNO GIORDANO, ARRESTATA IERI INSIEME CON IL PREGIUDICATO ENRICO DE PEDIS, CHE ERA DA TEMPO RICERCATO. IL PROVVEDIMENTO E’ STATO FIRMATO DAL PUBBLICO MINISTERO DOTTOR DE GASPERIS, IL QUALE HA ACCOLTO UN’ ISTANZA PRESENTATA DAL DIFENSORE DELLA MAINARDI, (NDA Minardi) AVVOCATO ROCCO CONDOLEO. IL PENALISTA AVEVA SOSTENUTO CHE LA DONNA, ACCUSATA NELL’ AMBITO DI QUESTA VICENDA DI FAVOREGGIAMENTO, E’ INCENSURATA E CHE NULLA OSTAVA ALLA CONCESSIONE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI.  DE PEDIS ERA DA TEMPO RICERCATO PERCHE’ ACCUSATO DI OMICIDIO, TENTATIVO DI OMICIDIO, DETENZIONE E SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. SECONDO QUANTO E’ EMERSO DALL’ INCHIESTA, DE PEDIS AVREBBE SOSTITUITO AL VERTICE DELLA MALAVITA DUE ”BOSS”, FRANCO GIUSEPPUCCI E DANILO ABBRUCIATI. IL PRIMO VENNE ASSASSINATO NELLA CAPITALE ALCUNI ANNI FA, MENTRE DANILO ABBRUCIATI FU UCCISO A MILANO DA UNA GUARDIA GIURATA DOPO CHE AVEVA TENTATO DI ASSASSINARE IL VICEPRESIDENTE DEL BANCO AMBROSIANO ROBERTO ROSONE. SZ/BRO 28-NOV-84 17:33 NNNN

Enrico Renatino De Pedis al momento dell’arresto circolava con una patente di guida intestata a Cesare Tafanelli, titolare di una società di generi alimentari.

Patente Cesare Tafanelli in uso a De Pedis

 

La Stampa del 28/11/1984

 

La Stampa del 28/11/1984

 

L’Unità del 28/11/1984

30 novembre 1984

Enrico DE PEDIS viene colpito dall’ordine di cattura emesso dalla Procura di Roma per associazione per delinquere, detenzione di stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco in concorso con Sergio GRAZIOLI, Francesco CANNIZZARO, Giuseppe FERRERA, Antonino FERRERA e Raffaele PERNASETTI.

18 dicembre 1984

Il PM Luigi De Ficchy chiede 52 rinvii a giudizio a conclusione dell’inchiesta su una serie di delitti e di traffici illeciti di cui si sarebbero resi responsabili i componenti della cosiddetta Banda della Magliana. Associazione per delinquere, omicidi, tentativi di omicidio, aggressioni, ferimenti gravi, traffico di stupefacenti, violazione della legge sulle armi sono i reati più gravi per i quali De Ficchy sollecita il dottor Catenacci, giudice istruttore, ad accogliere le sue richieste motivate con una requisitoria di novanta pagine che comincia nel 1974. Tra le persone colpite da rinvio a giudizio ci sono Gianfranco Urbani, detto er pantera, Claudio Sicilia, Paolo Frau, il siriano Joussef Hallak Ibrahim e Raffaele Pernasetti. Viene spiccato un mandato d’arresto anche nei confronti di Enrico De Pedis poiché scatta una retata seguita alle rivelazioni di Fulvio Lucioli, detto er sorcio, arrestato con Maurizio Abbatino e detenuto nel carcere di Regina Coeli, dal quale il pentito comincia a collaborare con i magistrati. Lucioli viene interrogato e proprio grazie alle sue parole viene emesso un decreto di custodia cautelare in carcere per Enrico De Pedis, Giuseppe e Vittorio Carnovale, Antonio Mancini, Edoardo Toscano, Libero Mancone, Castelletti, Colafigli e molti altri gregari della banda.

CRIMINALITA’ ORGANIZZATA: CHIESTI 52 RINVII A GIUDIZIO

(ANSA) – ROMA, 18 DIC – CINQUANTADUE RINVII A GIUDIZIO SONO STATI CHIESTI DAL PUBBLICO MINISTERO LUIGI DE FICCHY, A CONCLUSIONE DELL’ INCHIESTA GIUDIZIARIA SU UNA SERIE DI DELITTI E DI TRAFFICI ILLECITI DI CUI SI SAREBBERO RESI RESPONSABILI I COMPONENTI DELLA COSIDDETTA ”BANDA DELLA MAGLIANA”. ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE, OMICIDI, TENTATIVI DI OMICIDIO, AGGRESSIONI, FERIMENTI GRAVI, TRAFFICO DI STUPEFACENTI, VIOLAZIONE DELLA LEGGE SULLE ARMI SONO I REATI PIU’ GRAVI, PER I QUALI IL MAGISTRATO HA SOLLECITATO IL GIUDICE ISTRUTTORE DOTTOR CATENACCI AD ACCOGLIERE LE SUE RICHIESTE, CHE SONO STATE MOTIVATE CON UNA REQUISITORIA DI NOVANTA PAGINE. NEL DOCUMENTO IL DOTTOR DE FICCHY FA LA CRONISTORIA DELL’ ATTIVITA’ CRIMINALE SVOLTA DALLA ”BANDA”, A COMINCIAXRE DAL 1974. LA VICENDA E’ COSTELLATA DA UNA DECINA DI OMICIDI COMPIUTI, TRA L’ ALTRO, PER MOTIVI DI VENDETTA E DI RISENTIMENTO DA VARIE FAZIONI DEL ”CLAN”. A CONSENTIRE AL MAGISTRATO DI METTERE A FUOCO TUTTI I PARTICOLARI DELLA VICENDA SONO STATE LE RIVELAIZONI DI ALCUNI ”PENTITI’, CHE HANNO FORNITO UTILI ELEMENTI PER RISOLVERE PARECCHI RISVOLTI DALLE VICENDA RIMASTI PER DIVERSO TEMPO COPERTI DALL’ OMERTA’. DALL’ INDAGINE SONO ANCHE EMERSI, SEMBRA IN BASE A RIVELAZIONI FATTE DA FULVIO LUCIOLI, PRESUNTE IRREGOLARITA’ NELLA CONCESSIONE DI LIBERTA’ PROVVISORIA. SU QUESTA VICENDA, CHE COINVOLGE ANCHE MAGISTRATI ROMANI, E’ IN CORSO UN’ ISTRUTTORIA A PERUGIA. (SEGUE). SZ/DG 18-DIC-84 19:23 NNNN

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CRIMINALITA’ ORGANIZZATA: CHIESTI 52 RINVII A GIUDIZIO (2)

(ANSA) – ROMA, 18 DIC – TRA LE PERSONE PER LE QUALI IL MAGISTRATO HA CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO CI SONO GIANFRANCO URBANI, CONOSCIUTO NELL’ AMBIENTE DELLA MALAVITA COME ”ER PANTERA”, BRUNO GENTILEZZA, PIETRO PESTARINI, ENRICO DE PEDIS, CLAUDIO SICILIA, PAOLO FRAU, IL SIRIANO JOUSSEF HALLAK IBRAHIM, LUCIANO CRIALESI E RAFFAELE PERNASETTI. QUEST’ ULTIMO RICERCATO DA TEMPO, E’ FINITO IN CARCERE IL 21 GENNAIO SCORSO ALLORCHE’ VENNE SORPRESO DAI CARABINIERI NELL’ ABITAZIONE DELL’ EX MOGLIE DEL CALCIATORE DELLA ”LAZIO” GIORDANO.  LA LUNGA INCHIESTA, CHE E’ ORA PRATICAMENTE GIUNTA ALLA CONCLUSIONE, HA RIGUARDATO, COME SI E’ DETTO, UNA LUNGA SERIE DI ATTIVITA’ DELITTUOSE. LE VITTIME DELLE VARIE FAIDE PER POTER OTTENERE IL CONTROLLO DEI TRAFFICI ILLECITI SONO STATE NUMEROSE E TRA QUESTE FRANCO NICCOLINI, (NDA Nicolini) ”BOSS” DELLE SCOMMESSE CLANDESTINE, ORAZIO BENEDETTI, FRANCO GIUSEPPUCCI, ANTONIO LECCESE, MAURIZIO, FERNANDO E MARIANO PROIETTI, GIUSEPPE MAGLIOCCO, CLAUDIO VANNICOLA, MARIO LORIA (FU IMPLICATO IN PASSATO NEL DUPLICE OMICIDIO DI VIA GATTESCHI) E ANGELO DE ANGELIS.  LARGA PARTE DELLA REQUISITORIA E’ DEDICATA ALL’ ESAME DELL’ ATTIVITA’ DELLA BANDA NEL SETTORE DEL TRAFFICO INTERNAZIONALE DEGLI STUPEFACENTI. CON LA COLLABORAZIONE DI ”PENTITI” TRA I QUALI IL TRAFFICANTE CINESE KOK BAK KIN, GLI INVESTIGATORI SONO RIUSCITI A IDENTIFICARE TUTTE LE VIE ATTRAVERSO CUI SI SVOLGEVANO I COMMERCI DEGLI STUPEFACENTI CHE POI VENIVANO IMMESSI SUL MERCATO ITALIANO. SZ/FIL 18-DIC-84 18:55 NNNN

 

L’Unità del 18/12/1984

23 dicembre 1984

Il treno Rapido n. 904, partito da Napoli e diretto a Milano, viene colpito da un attentato dinamitardo all’interno della Grande Galleria dell’Appennino. L’atto provocò 16 morti e 267 feriti. Per la cosiddetta Strage di Natale vennero condannati Guido Cercola e Giuseppe (Pippo) Calòcon lo scopo pratico di distogliere l’attenzione degli apparati istituzionali dalla lotta alle centrali emergenti della criminalità organizzata che in quel tempo subiva la decisiva offensiva di polizia e magistratura per rilanciare l’immagine del terrorismo come l’unico, reale nemico contro il quale occorreva accentrare ogni impegno di lotta dello Stato.” Vennero a galla diverse linee di collegamento tra CalòCosa nostra, la camorra napoletana, gli ambienti del terrorismo eversivo neofascista, la P2 e la Banda della Magliana.

 

—- SEZIONE IN CONTINUO AGGIORNAMENTO —

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