Ottobre 1983. Mirella&Emanuela

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI 

DIARIO DI UNA STORIA VERA

 EVENTI OTTOBRE 1983 

05 ottobre 1983

06 ottobre 1983

07 ottobre 1983

Al bar della famiglia Gregori arriva una telefonata per sollecitare il messaggio che dovrebbe fare il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

08 ottobre 1983

Alla redazione del Corriere della Sera verso le 17 arriva una telefonata che avvisa di una lettera nascosta nel vecchio confessionale della chiesa di San Silvestro, nell’omonima piazza romana. La lettera che ha come mittente il gruppo Phoenix, oltre a minacciare apertamente i responsabili del sequestro sostiene che: “E’ cosa nostra porre termine alla situazione Orlandi”.

Comunicato PHOENIX

Alle ore 20,17 l’Amerikano telefona all’avvocato Egidio da una utenza riservata di Piazza Vittorio. Fa sapere che senza un appello del Presidente della Repubblica Sandro Pertini non si può parlare pubblicamente di Mirella Gregori e ne sollecita l’intervento. Continua con: “[…] in questi giorni passati abbiamo avuto delle vittime già sul territorio italiano, dica quindi a Casaroli di farsi trovare al telefono lunedì, io martedì ho chiamato lui e lui che ha una colpa molto grave non si è fatto trovare al telefono e mercoledì noi abbiamo colpito una nuova persona per la sua colpa e per fatto che non si è fatto trovare al telefono, ecco dica questo […] noi vogliamo una ammissione di una sua colpa […].” 

 

11 ottobre 1983

A Maddaloni (Caserta), viene ucciso Franco Imposimato, fratello del magistrato Ferdinando, che indagava sui rapporti tra la banda della Magliana e Cosa nostra: vendetta trasversale compiuta da camorristi su mandato di Pippo Calò

Franco Imposimato

Sentenza Imposimato

 

12 ottobre 1983

All’agenzia ANSA di Milano viene recapitata una lettera dattiloscritta in lingua slava spedita da Titograd recante come mittente Lakic Radivoye Mario Misel. L’autore della missiva afferma di essere in possesso di notizie per la liberazione di Emanuela e propone di barattarle in cambio della somma di 300.000 dollari. Interessata la polizia jugoslava fa sapere che: “trattasi di persona non in possesso delle sue piene facoltà mentali e che è solita inviare lettere di tale tipo in tutte le parti del mondo”.

Alle 18,10 l’Amerikano telefona all’avvocato Egidio e rinnova la richiesta dell’intervento del Presidente della Repubblica e “ […] vedi di parlà con Casaroli, noi vogliamo parlà con Casaroli. Lui deve ammettere certe colpe che non vuole ammettere […]”

13 ottobre 1983

ll presidente della Repubblica Sandro Pertini riceve al Quirinale la mamma di Mirella, Vittoria Arzenton e gli esprime il desiderio di voler incontrare il loro legale.

Alle ore 18,25 presso l’ufficio dell’avvocato Egidio arriva una telefonata da un rappresentante del consiglio di Phoenix. Fa riferimento all’omicidio di Franco Imposimato e riferisce che il proiettile fatto trovare il 22 settembre presso un confessionale della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in piazza della Repubblica è:  “ […] per coincidenza dello stesso calibro che ha ammazzato il povero signor Imposimato […]”

Alla redazione milanese del quotidiano La Repubblica perviene una lettera dall’ufficio postale di Paterno di Lucania (PZ) con scritto in stampatello “Emanuela Orlandi è prigioniera dei servizi segreti bulgari questa è una sua carceriera possiamo trattare per la liberazione solo con V.V.” Sotto il messaggio vi era, incollato con lo scotch, una fotocopia di una carta di identità tedesca intestata a Musterman Erika. A seguito di successivi accertamenti la polizia tedesca comunicava che nello stato tedesco era stato presentato un nuovo documento di riconoscimento di difficile falsificazione e che un fac-simile, proprio quello fotocopiato nella lettera giunta a Milano, era stato pubblicato sui giornali.

14 ottobre 1983

Al bar dei Gregori arriva un’altra telefonata di sollecito per il messaggio di Pertini.

ll presidente della Repubblica Sandro Pertini durante un colloquio riservato con l’avvocato Egidio prende accordi per un appello per Mirella, pregando di stilarne il testo.

15 ottobre 1983

Fulvio Lucioli (er sorcio) è il primo componente della Banda della Magliana a pentirsi. A seguito dell’ennesimo arresto, il 15 ottobre 1983, stanco della vita che faceva, stanco delle vessazioni subite dai compari e stanco delle vicende che aveva visto e preso parte, decise di collaborare con la giustizia.
Abile ladro e considerato uno dei più influenti spacciatori della Capitale, Lucioli era un fedelissimo di Selis. Entrò nella banda nel 1978. Si scoprì con il tempo che altri tre spacciatori, “pesci piccoli” in tutto il sistema della Magliana, avevano confessato non appena arrestati che a Roma esisteva una rete criminale di alto livello, ma nessuno fu creduto.
I verbali iniziarono a riempirsi di omicidi, traffici di droga e armi, rapporti con estremisti di destra e massoni, camorra, mafia e ‘ndrangheta. “Sorcio” disse che faceva parte di una banda formata da assassini e trafficanti ben organizzati e strutturati. Il 15 dicembre 1983 partì l’operazione delle forze dell’ordine che portò all’arresto di 60 persone tra capi, gregari ed affiliati: la banda della Magliana subì una parziale decapitazione.

Sentenza BdM 23/7/1996. Interrogatorio Fulvio Lucioli ottobre 1983

17 ottobre 1983

L’avvocato Egidio viene nuovamente convocato al Quirinale dove il segretario generale, Antonio Maccanico, lo informa che il Presidente non ha ritenuto opportuno rendere noto il concordato appello ai rapitori di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi.

Alle 18,15 l’Amerikano telefona all’avvocato Egidio (da una cabina telefonica di via Gregorio VII) per ribadire la necessità di avere l’appello del Presidente Pertini entro sei giorni.  Fa comprendere che è a conoscenza del colloquio che l’avvocato ha avuto col Cardinale Casaroli successivo alla richiesta telefonica dell’8 e del 12 ottobre. Nella stessa giornata, alle 20,40 richiama e afferma che Phoenix è un gruppo creato dagli inquirenti.

Alla sede dell’Ansa di Milano, verso le 14.00 arriva una lettera espresso proveniente da Bari. Si tratta di uno scritto di 33 righe con intestazione PER SEMPRE TURKESH!! ed a firma DRAGAN. Nel testo scrive che un certo Aliz aveva ucciso Emanuela e che lui era in procinto di partire per la Tunisia o l’Algeria assieme a Mirella Gregori per associarsi a “UHRUSH”. “Emanuela era brava ragazza, noi la volevamo salvare, ma voi siete stati cattivi, lei non meritava… Suo corpo forse non lo trovate più, ma è Aliz che è stato orrendo, lui non può essere un turkesh, noi turkesh non uccidiamo… Scritto per Emanuela: io la amavo sua dolce voce. […] Perché non interrogate giocatore di Lazio Spinozzi?” Nell’intestazione compare anche il nome dell’allenatore in seconda della squadra di calcio SS Lazio Sergio Guenza seguito dalla parola morte. Il calciatore della Lazio Arcadio Spinozzi viene citato per la seconda volta, la prima in una telefonata anonima ricevuta dall’avvocato Egidio il 7/9/1983: “Emanuela è in viaggio verso Parigi, interrogate Spinozzi, lui sa”.

Per sempre Turkesh

 

19 ottobre 1983

Il giudice Ilario Martella interroga un capo scalo turco nell’ambito dell’inchiesta sull’attentato al papa e in particolare sul caso Antonov.

20 ottobre 1983

Alle ore 09,00 l’avvocato Egidio viene nuovamente convocato al Quirinale e il Segretario Generale gli comunica che il Presidente “in un contesto particolare” farà l’appello nelle prossime ore. In effetti la stessa mattinata, Sandro Pertini, nel corso di una intervista sulla criminalità organizzata, invita gli autori del sequestro della cittadina vaticana e di Mirella Gregori a rilasciare gli ostaggi: “Di fronte all’angosciata richiesta delle famiglie e in particolare della famiglia Gregori, rivolgo l’invito ai rapitori di rilasciare immediatamente queste giovani ragazze e formulo l’auspicio che un raggio di pietà illumini il loro animo”.

Ansa Sandro Pertini

Nel tardo pomeriggio l’Amerikano chiama lo studio dell’avvocato Egidio e segnala la presenza di un messaggio all’interno di un bar di via della Conciliazione. Nel locale c’è un plico  che contiene il testo di una lettera dattiloscritta spedita dall’Amerikano e ricevuta dal presidente Pertini il 26 settembre tenuta riservata.

 In serata arrivano tre telefonate all’agenzia di stampa statunitense UPI di via della Dataria. Anonimi interlocutori dettano dei messaggi. Nel primo dicono che il 28 settembre “si è delineato il ruolo fittizio creato sopra il detenuto da noi richiesto, ruolo creato da quanti hanno avuto e hanno interesse in certi indirizzi politici nel consequenziale suo trattamento a discapito dell’incolumità dei liberi cittadini”. Nel secondo dicono che “ lunedì 24 ottobre 1983 comunicheremo alla CBS il nome della cittadina sequestrata qui nella capitale, a Richard Roth”. Una terza telefonata, verso le 21,15 permetterà di ritrovare un messaggio sotto il porticato di Piazza delle Repubblica, dietro la balaustra antistante la società delle linee aeree turche. Abbandonata in terra vi era una busta arancione, di tipo commerciale che custodiva all’interno un manoscritto a matita: “Le autorità italiane hanno inteso non rivelare agli organi di stampa la lettera posta alla conoscenza del Presidente della Repubblica e inviata il 20 settembre 83”.

21 ottobre 1983

L’Amerikano telefona all’avvocato Egidio ed indica i luoghi dove poter trovare due comunicati. Uno si trova in uno stabile di via della Conciliazione presso l’ambasciata Canadese e l’altro in un furgone postale di Piazza S.Pietro. Si tratta di un messaggio scritto a mano che riguarda Emanuela Orlandi: “Accreditiamo la nostra appartenenza, per quanto riguarda esclusivamente la natura epistolare (visto precedenti generati dalle opere pseudo-tattiche della magistratura italiana), ai contatti indirizzati a Roth Richard e recanti codice che provvederemo a depositare presso il sopra indicato unico nominativo autorizzato.” Quello del furgone postale invece è un’audiocassetta nella quale si sente la voce di una donna dall’accento straniero e informa che è stata sequestrata un’altra ragazza ma che il suo nome sarà rivelato il 24 ottobre. Nel corso della comunicazione, l’Amerikano allude al sequestro di due minorenni statunitensi che, stando alle sue parole, sarebbe avvenuto nel maggio precedente, e al rapimento di una cittadina italiana, avvenuto nello stesso mese. Annuncia quindi che il nome dell’italiana sarà reso pubblico dopo tre giorni (il 24 ottobre) e anticipa la soppressione di una giovane cittadina italiana in conseguenza della pubblicazione del messaggio del 22 settembre, quello firmato Phoenix. La questura di Roma è sicura che siano messaggi in codice rivolti a chi deve capire.

Il Corpo di Vigilanza del Governatorato della Città del Vaticano dichiarerà in seguito che: << l’audiocassetta Agfa Super Ferro Dinamic 90 è stata trovata verso le 17,15 del 20 ottobre 1993 sul banco interno dell’Ufficio Postale Mobile di Piazza S.Pietro dallo sportellista di turno, senza saperne la provenienza, fu rimessa il giorno successivo verso le ore 12,00, alle Sezione “Oggetti Rinvenuti” di questo Ufficio in quanto si riteneva che fosse uscita da qualche busta o plico in smistamento. Per avere qualche indicazione di che cosa si trattasse, il nastro, tramite registratore, venne qui ascoltato senza riuscire a capire nulla di quello che confusamente era inciso in una piccola parte del nastro stesso. Anche il Segretario Generale del Governatorato, che successivamente ha udito il nastro, non riuscì a comprendere nulla. La cassetta venne pertanto portata in esame alla Radio Vaticana. I Tecnici, dopo vari tentativi, accorgimenti professionali con molte prove di filtrazioni dei suoni e dei toni e con l’audizione di almeno una quindicina di volte, riuscirono a ricavare il seguente sconclusionato testo: “” della cittadina dello Stato italiano renderà pubbliche le generalità il 24/10/1983. Della cittadina statunitense nel corso del 5/1984 data del comunicato del secondo periodo dello territorio dello espletamento della nostra richiesta. La cittadina italiana è stata scelta nel particolare ambito che successivamente presenteremo. La cittadina degli staties espressivamente per la loro cittadinanza statunitense.”” Nel contempo, sia la Segreteria di Sato sia l’Ispettorato di P.S. presso il Vaticano, chiesero notizie del nastro rinvenuto, pertanto la cassetta in questione ed il testo dell’audizione trascritto dai Tecnici della Radio, furono rimessi all’Ecc.mo Mons. RE, Assessore della predetta Segreteria.>>    

 

22 ottobre 1983

L’avvocato Egidio chiede il silenzio stampa: “la decisione è legata sia allo stato di prostrazione fisica e mentale in cui si trovano i familiari, soprattutto le madri, sia alla necessità di evitare che informazioni non sempre precise turbino la conduzione della vicenda disorientando l’opinione pubblica in una fase oggi più che mai di estrema delicatezza.”

23 ottobre 1983

Verso le 23,30 l’Amerikano chiama l’agenzia UPI e rivela di aver dettato un messaggio ad un certo numero di telefono il quale sarà identificato come un omonimo di Richard Roth. L’uomo consegna il foglio sul quale ha trascritto il testo che allude, tra l’altro, al rapimento e alla soppressione di Mirella Gregori. “Nel corso del mese 5-1983 sono state costrette a trattenimento due cittadine di età minore di nazionalità statunitense e una cittadina di età minore di cittadinanza italiana. Della cittadina di nazionalità italiana trattenuta renderemo pubbliche le generalità il 24 ottobre 1983, delle cittadine di nazionalità statunitensi nel corso del cinque 1984, data di cominciamento del secondo periodo e nuovo territorio per l’espletamento della nostra richiesta. La cittadina italiana veniva prescelta in un e per un particolare ambito che riveleremo con le generalità il 24 ottobre 1983. Le cittadine degli States esclusivamente per la loro nazionalità statunitense. Nei prossimi giorni troverà soppressione una giovane persona di cittadinanza italiana per la pubblicazione e considerazione del 22 settembre 1983 dopo la nostra chiarificatrice.”

24 ottobre 1983

L’Amerikano verso le 18,15 chiama l’avvocato Egidio che giustifica il silenzio stampa con le parole: “la richiesta del silenzio stampa è stata più che legittima da parte delle famiglie Orlandi e Gregori, ancora sconvolte e prostrate per quello che è accaduto alle rispettive figlie. Inoltre il silenzio stampa era necessario per evitare che si desse spazio a voci diverse rispetto a quella del gruppo che, per primo, aveva rivendicato la responsabilità della scomparsa di Emanuela Orlandi. Per esempio quelle che a metà della settimana scorsa avevano annunciato che avrebbero fatto il nome di un’altra ragazza rapita”. “Non è vero nulla” risponde l’Amerikano infastidito, “l’organizzazione non ha mai parlato di una terza ragazza rapita per dimostrare la sua vitalità. L’allusione era a Mirella Gregori”. Un quarto d’ora più tardi l’Amerikano fa una seconda telefonata e chiama il giornalista della rete televisiva CBS Richard Roth per annunciare che nel maggio scorso, la stessa organizzazione che, stando alle sue parole, ha rapito Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, avrebbe sequestrato altre due ragazze negli Stati Uniti. L’organizzazione rivelerà i loro nomi nel maggio 1984, cioè esattamente un anno dopo il loro rapimento. Tre quarti d’ora dopo richiama per lasciare intendere che il Vaticano è coinvolto anche nel sequestro di Mirella Gregori. Precisa che la ragazza era stata prescelta nel corso di una udienza in Vaticano alla quale aveva preso parte e annuncia che dal prossimo maggio la lotta proseguirà in territorio americano.

26 ottobre 1983

Verso le 15,30 nel bar di via Nomentana 81 di proprietà dei genitori di Sonia De Vito, (amica di Mirella Gregori) una fonte attendibile del Servizio per le Informazioni e la Sicurezza DemocraticaSISDe – (oggi Agenzia Informazioni e Sicurezza InternaAISI -) assiste ad alcuni frammenti di conversazione tra la stessa Sonia De Vito ed una ragazza probabilmente commessa in un negozio limitrofo. Il contenuto del dialogo era relativo alla scomparsa dell’ amica Mirella Gregori

  • …. certo…., lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo…. quindi poteva fare quello che voleva….
  • …. come ha preso Mirella poteva prendere anche me, visto che andavamo insieme…. 

 

La Questura di Roma trasmette al Sostituto Procuratore Dr. Domenico Sica, il fascicolo dei rilievi tecnici eseguiti il 24 luglio 1983 nel tratto del fiume Tevere all’altezza della località di Riva Pian due Torri a seguito della denuncia del pescatore di anguille  Lazzari Carlo.

Fiume Tevere località Riva Pian due Torri (Magliana)

27 ottobre 1983

Richard Roth riceve un’altra lettera scritta a mano proveniente da Boston. Riguarda Mirella Gregori e specifica che è stata rapita nel piazzale di porta Pia nel maggio 1983. Nello stesso mese erano state rapite anche due cittadine americane. Infine ricompare la sigla 795 RNL.

Ritenendo praticabile la possibilità di condurre la operazione di consegna del detenuto Mehmet Alì Agca in veste riservata e non pubblica prelevavamo nel corso del 5-1983 la cittadina italiana Gregori Mirella dell’Istituto professionale ispirato cattolicamente alla opera di Padre Reginaldo Giuliani; prelevamento effettuato nel piazzale della porta Pia (20-9-1870/20-7-1983). Prelevavamo sempre nel corso del 5-1983 due cittadine di nazionalità statunitensi (forniremo i nominativi nel corso del mese 5-1984… delucideremo successivamente nel medesimo documento). Promuovendo trattative di controparte in rapporti inter-personali con funzionari dello Stato del Vaticano, della ambasciata degli Stati Uniti D’America (sono le nominate istituzioni precipuamente interessate alla potenzialità propagandistica del detenuto Mehmet Alì Agca) emergeva ipso facto la volontà dei suddetti funzionari di non rapportare la questione alle alte gerarchie e seguitamente la completa non sensibilizzazione per lo stato delle cittadine trattenute. Conducevamo inelattubilmente le medesime cittadine a soppressione il 25-3-1983 (scadenza delle operazioni di controparte)……“.

L’Amerikano telefona all’avvocato Egidio. Il dialogo è teso e serrato:

Avvocato tu devi collaborare…

Mi avete promesso qualcosa in cambio, altrimenti come faccio a collaborare? Io rappresento le due ragazze

Mirella Gregori… non abbiamo nulla da fare. Prepara i genitori a questo. Non esiste più nessuna possibilità… Ora inizia una nuova fase. Inizieremo a restituire il corpo della Gregori

E per Emanuela Orlandi?

Per la Orlandi io non te ne parlo e se tu sei intelligente tu puoi capire qualcosa. Per la Gregori prepara i genitori non esiste più alcuna possibilità

Ma quando manderete…

Quando entreremo in una fase prossima e restituiremo il corpo, questo si. Ora cambia completamente tutto, finora noi abbiamo detto qui in Italia esistono tre vittime sul territorio italiano, finora sono state vittime create con incidenti che sembravano incidenti. Ora inizia una nuova fase, inizieremo a restituire il corpo della Gregori e poi inizieremo a creare delle soppressioni in cui si può verificare anche la presenza chiara nostra, entriamo in un nuovo periodo

Posso sapere quando questo avverrà?

Un mese prima di Natale tu avrai la possibilità che ti avevo parlato

Ho la tua parola d’onore?

Parola d’onore mia

 

Nella stessa telefonata l’avvocato chiede chi fosse la persona “colpita” per colpa di Casaroli (telefonata Amerikano dell’8 ottobre): “E’ una ragazza… una giovane ragazza sui 30 anni, italiana, è legata col vaticano”.

28 ottobre 1983

Un fatto sospetto si verifica in danno di un’amica di Emanuela che frequenta la scuola di musica sacra situata in Piazza S.Agostino, distante circa 50 metri dalla scuola frequentata da Emanuela. La ragazza (PDS) viene avvicinata, mentre aspettava l’autobus a Piazza Venezia,  da una ragazza la quale le propone di lavorare come modella presso l’Accademia Britannica. Il lavoro sarebbe consistito nel postare per pittori dell’Accademia. La ragazza rifiuta l’offerta.

 

29 ottobre 1983

Si indaga su due uomini d’affari turchi, domiciliati in Italia, che dietro fittizie imprese economiche, investirebbero denaro e capitali di illecita provenienza e che per tali attività sarebbero in stretto contatto con Bekir Celenk ed il suo braccio destro Saral Atalaj. In particolare, uno dei due, sarebbe da anni alla testa di una società cinematografica con sede in Italia, specializzata in produzioni cinematografiche di scarso valore artistico, ma a forte tiratura commerciale. Si fa riferimento ad un film, ispirato alla vicenda di Emanuela Orlandi, che da pochi giorni il regista Gianni Crea avrebbe terminato dal titolo “Liberate Emanuela”. Il turco avrebbe realmente collaborato alla realizzazione del film totalmente girato in Turchia.

Settimanale “OGGI” del 30/11/1983

LIBERATE EMANUELA

Locandina film “Liberate Emanuela”

Il film dovrebbe essere un’opera di rimontaggio di un film del regista turco Kunt Tulgar dal titolo “Gizli Kuvvet”. Sul set del film è presente Gianni Crea come dirigente o coodirigente delle parti per una probabile quota di produzione italiana. Durante la lavorazione del film Tulgar ha dei dissapori con Crea e viene allontanato. Dopo qualche tempo il regista italiano ritorna a Istanbul e chiede di acquistare parte del girato e con sequenze aggiuntive, rimonta la pellicola “Liberate Emanuela” che in questa versione viene interpretata dalla futura diva-stellina dei fotoromanzi e Miss Teen-Ager 1982 Ombretta Piccioli (nella proiezione di Tulgar invece la protagonista è Bice Tulgar). Il film viene proiettato durante la manifestazione de Anteprima per il Cinema Indipendente Italiano di Bellaria (oggi Bellaria Film Festival) uno dei primi festival italiani dedicati al cinema indipendente. Il film, visionato dall’avvocato Egidio, dalla Digos e dallo zio di Emanuela, Meneguzzi, venne sequestrato e successivamente, a detta del regista, tre-quattro anni dopo, dissequestrato e distribuito nelle sale cinematografiche Turche. Sul Corriere della Sera del 4 maggio 1984 si parla del furto, negli uffici della Gaumont di una copia in videocassetta del film. Dopo la morte di Crea, pare che la moglie, per evitare problemi, abbia gettato nella spazzatura l’unico master superstite.  

 

Intervista a Gianni CREA sulla rivista mensile “Nocturno” n.58 del Maggio 2007

 

Intervista a Gianni CREA su rivista “CINE70”

 

Articolo di Gianni CREA su rivista “CINE70” 

 

 

31 ottobre 1983

A scioglimento di riserva, l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (AISI ex SISDe) invia, in data 24/07/2013, alla Procura della Repubblica preso il Tribunale Ordinario, tra l’altro, “copia della ricostruzione delle attività di ricerca informativa svolto negli anni dal Servizio in relazione alla scomparsa della minore Emanuela Orlandi”. La ricerca dell’AISI ha interessato più di un fascicolo recante molti volumi e atti per un totale di più di mille documenti inviati.

Uno di questi, un appunto, riguarda la vicenda di Mirella Gregori e viene trasmesso il 31/10/1983 con l’oggetto “scomparsa di Emanuela Orlandi”.

L’appunto viene consegnato insieme ad un biglietto da visita del Bar Italia e da una fattura rilasciata dallo stesso bar datata 14 giugno 1983: trentotto giorni dopo la scomparsa di Mirella.

Lettera del SISDe – Fattura e biglietto da visita del Bar Italia
Allegato trasmesso in Procura dall’AISE

Lo stesso consta di due paragrafi, viene schedato e catalogato con un numero di atto e marcato con luogo e data di estensione (Roma, lì 29 ottobre 1983). Due giorni dopo, l’identico documento viene probabilmente fotocopiato, gli viene aggiunto un altro paragrafo (portandoli così a tre), viene datato 31 ottobre 1983 (omettendo la località), schedato e catalogato con un altro numero di atto e gli viene apposta la classifica di segretezza RISERVATO.

Appunto fonte SISDe

 

 

Grazie a Stefano Raffaele per la collaborazione circa le riviste “Nocturno” e “Cine70“.

 

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