1985 Gennaio Giugno. Mirella&Emanuela.

MIRELLA GREGORI – EMANUELA ORLANDI

DIARIO DI UNA STORIA VERA

14 gennaio 1985

Emanuela compie 17 anni.

16 gennaio 1985

A due giorni dal compleanno di Emanuela, papa Giovanni Paolo II, all’udienza generale del mercoledì, riceve numerosi alunni del Tommaso Ludovico da Victoria, la scuola di musica dove Emanuela studiava, con queste parole:

 Un saluto particolare anche ai numerosi alunni della Scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, associata al Pontificio Istituto di Musica Sacra.

Cari giovani, in attesa di ascoltare un vostro canto, vi ringrazio della vostra visita e vi incoraggio nel vostro impegno di formazione cristiana oltre che musicale. Cantare bene e apprendere ad usare perfettamente uno strumento musicale non è facile: richiede uno studio lungo e paziente fatto di esercizi, di prove, di ripetizioni. Richiede dedizione e buona volontà, ma si tratta di uno sforzo quanto mai gratificante, perché eleva lo spirito, ingentilisce l’animo, rendendolo più sensibile ai valori spirituali, soprattutto quando accompagnate con i vostri canti i divini misteri. Vi auguro che anche la vostra vita sia un canto armonioso, mentre estendo il mio saluto anche agli altri giovani e ragazzi presenti all’udienza.

 26 gennaio 1985

Da Francoforte giunge al Ministero di Grazia e Giustizia l’ennesima lettera di minaccia al giudice Martella. “Il giudice Martella non tiene in alcuna considerazione le nostre richieste di rimettere in libertà Mehmet Alì Agca, Cerdar Celebi e tutti “i nostri amici” Il giudice Martella dimostra in tal modo un atteggiamento provocatorio. Finché le nostre richieste non verranno accolte consideriamo il giudice Martella e la sua famiglia insieme a tutte le rappresentanze italiane nella Repubblica Federale in Germania come ostaggi“.

 30 gennaio 1985

Alì Agca scrive una lettera aperta alla stampa mondiale:

Associandomi a tutti gli appelli passati di sua santità Giovanni Paolo II, io rinnovo il mio appello per la liberazione incondizionata di Emanuela Orlandi. Ignoti rapitori di una giovane innocente, ascoltatemi! Io vi prego di liberare Emanuela Orlandi senza nessuna precondizione; restituitela salva e sana alla sua famiglia che sta in sofferenza da venti mesi per la mancanza della loro cara.

Il mondo si interroga su chi sono i misteriosi rapitori? Forse i Lupi grigi, forse imprecisi elementi del terrorismo internazionale. Probabilmente sono occulti settori della CIA o del KGB che sfuggono abilmente a qualsiasi controllo dei poteri politici. Chiunque siano dovranno sapere che la politica della confusione e distrazione peggiorerà soltanto il mondo intero.

Intanto io prego il segretario generale delle Nazioni unite, Perez de Cuellar, di intervenire per la liberazione incondizionata della giovane Emanuela Orlandi. Ciò sarebbe un atto molto significativo in questo anno della gioventù internazionale.

L’avvocato Egidio accoglie con favore l’appello di Agca: Ha compiuto un passo significativo. Sembrerebbe che abbia sentito la necessità di dialogare con i responsabili del rapimento di Emanuela Orlandi.

31 gennaio 1985

Nel pomeriggio, alla Società Valtur Vacanze arriva una telefonata: “Noi ci teniamo che questa notizia venga subito divulgata alla stampa, all’agenzia Ansa e agli organi competenti. Emanuela Orlandi si trova nel lago […] Diciamo che è morta […] Nel lago nei pressi dell’EUR […] Siamo dei RAP, una nuova organizzazione e il significato di questa sigla lo spiegheremo in un prossimo comunicato.

In serata, presso la Stazione dei Carabinieri di Roma-Trastevere giunge una telefonata anonima. L’interlocutore, a nome dell’organizzazione RAT, chiede di annunciare la morte di Emanuela Orlandi avvenuta una ventina di giorni fa e il corpo si trova presso il laghetto dell’EUR. La RAT sarebbe una organizzazione internazionale nata per minacciare rappresaglie contro gli apparati dello Stato borghese, contro i Carabinieri/Polizia e contro altre persone che non fanno il loro dovere.  

Febbraio 1985

Ferdinando Imposimato firma gli ordini di arresto per Luciano Mancini, detto il Principe, Oberdan Spurio, Ernesto Diotallevi e Flavio Carboni. Tutti accusati di associazione mafiosa.

1 febbraio 1985

I familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori decidono di offrire denaro a chi fornirà notizie utili. Lo annuncia l’avvocato Egidio ricordando che la promessa pubblica di denaro è in sintonia con alcuni articoli del codice civile e che la ricompensa sarà riconosciuta a chiunque fornirà notizie concrete, utili e valide, sulla sorte delle giovani entro il successivo 28 febbraio:

Promessa pubblica
L’Unità del 01/02/1985

Una telefonata anonima al Comando Generale dei Carabinieri annuncia la presenza di Emanuela Orlandi all’interno di un parco nel comune di Santa Marinella.

2 febbraio 1985

Un tale, che si presenta come il calabrese, telefona all’avvocato Egidio e si dichiara in grado di fornire utili indicazioni sul luogo ove è tenuta prigioniera Emanuela. Dopo approfondimenti telefonici si scopre che è un millantatore.

L’Unità 02/02/1985
L’Unità 02/02/1985

4 febbraio 1985

Rai Uno manda in onda una intervista televisiva (registrata il primo febbraio) che il giornalista Enzo Biagi ottiene da Alì Agca per il suo programma Trenta minuti dentro la cronaca trasmesso nel corso di Linea Diretta.

 

 

Il sostituto procuratore Domenico Sica interroga Alì Agca per chiedergli conto delle sue affermazioni nel corso dell’intervista e la madre di Emanuela spera che: “gli facciano finire il discorso cominciato a Linea Diretta”. Gli fa eco Ercole Orlandi affermando che: “il silenzio da parte dei veri sequestratori dimostra che non cercano soldi. Rilasceranno Emanuela solo in cambio di qualcosa d’importante. I messaggi che noi non riuscivamo a capire erano diretti ad Agca…”

5 febbraio 1985

Giuseppe Sergio DE TOMASI viene tratto in arresto colpito da mandato di cattura perché imputato di concorso in favoreggiamento personale e falso.

6 febbraio 1985

Il calabrese concorda con l’avvocato Egidio ed Ercole Orlandi un incontro nella sala di attesa della stazione S. Maria Novella di Firenze. All’appuntamento si presentano anche i carabinieri in borghese pronti ad intervenire. Dice che Emanuela si trova in un villino del Pireo in Grecia ma si rivelerà soltanto uno sciacallo che si era inventato tutto.

Nella seduta della Camera dei Deputati a resoconto stenografico, gli onorevoli Belluscio, Pujia, Nucara e Bosco Bruno fanno un’interpellanza al Presidente del Consiglio dei Ministri (Bettino Craxi) e al Ministro dell’Interno (Oscar Luigi Scalfaro) per sapere se risponda al vero che a seguito della prima puntata della trasmissione “Linea Diretta”, condotta su RAI UNO da Enzo Biagi, nel corso della quale è stato intervistato Alì Agca, lo Stato della Città del Vaticano abbia inviato una nota di  protesta al Governo italiano. Con riferimento al contenuto della intervista che ha consentito al terrorista di usare uno strumento pubblico per presentarsi addirittura come un apostolo di aberranti dottrine filosofiche, si chiede di conoscere che cosa significhi l’affermazione dell’attentatore del sommo Pontefice secondo cui << tutti sono a conoscenza di che cosa ci sia dietro al rapimento di Emanuela Orlandi>>. Appare oltremodo strano e sospetto che questa grave affermazione sia stata lasciata priva di un chiarimento, soprattutto perché lo stesso giornalista Biagi, intervistando il ministro dell’interno dopo aver ascoltato Alì Agca, avrebbe avuto la concreta ed immediata possibilità di precisare i veri termini della delicata questione che vivamente impressiona la opinione pubblica, la quale certamente non si sarà sentita confortata dall’azione di dubbio che, specie dopo le parole del terrorista turco, circonda vieppiù il misterioso rapimento.

7 febbraio 1985

L’Unita 07/02/1985

9 febbraio 1985

L’Unità 09/02/1985

11 febbraio 1985

Il Tribunale di Roma emette mandato di cattura nei confronti di Luciano Mancini, Ernesto Diotallevi, Giuseppe (Pippo) Calò e Danilo Sbarra.

13 febbraio 1985

Da Francoforte arriva un’altra lettera scritta in tedesco: “Abbiamo avvertito le autorità italiane, il giudice Martella e l’avvocato Albano, di lasciare in libertà Mehmet Alì Agca, Celebi ed altri nostri amici, affinché non si ripetano altri casi Emanuela Orlandi. Avvertiamo ancora una volta: cessate le manipolazioni di Agca, cessate di presentare Agca davanti al mondo come un robot, come scimmia e psicopatico! Non siamo criminali e delinquenti. Noi siamo combattenti per l’ISLAM. L’ideale supremo dei musulmani è l’islam: il dovere supremo è di uccidere gli infedeli. Se non saranno soddisfatte le nostre esigenze e la promessa di liberare Agca, i nostri colpi vendicatori raggiungeranno le famiglie Martella e Albano e tutti coloro che sono associati con la sorte di Agca!

18 febbraio 1985

Una signora, Hofer Josephine (Spitaler) telefona ai Carabinieri di Terlano (BZ) per riportare quanto da lei visto il 15 agosto di due anni prima (1983). Inizia ufficialmente, quella che verrà chiamata in seguito, la pista di Bolzano.

25 febbraio 1985

Dopo ulteriori conferme dei Carabinieri di Terlano in merito alle dichiarazioni della signora Hofer Josephine (Spitaler), i militari del Reparto Operativo di Roma si recano nella cittadina del Trentino Alto Adige per prendere contatti con la donna. La confidente, da informazioni riservate ottenute dai Carabinieri, risulta di normale attendibilità, scevra da equilibri di sorta ed assolutamente raziocinante, gode di buona stima e non è adusa a bevande alcooliche. La stessa prega gli inquirenti di mantenere l’anonimato.         

04 marzo 1985

Davanti ai Carabinieri del Reparto Operativo di Roma, presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Terlano la signora Hofer Josephine (Spitaler) fa mettere a verbale che: “il giorno di ferragosto del 1983 nella casa di campagna ove io abito, verso le 12 è giunta un’autovettura del tipo A112 targata Roma di colore blu-nero con a bordo un uomo che trasportava una ragazza di circa 14/16 anni che appariva molto stanca, con gli occhi quasi socchiusi ed inespressivi. La ragazza aveva le seguenti caratteristiche fisiche: altezza 1,60-1,65 m., forme non pronunciate, magra, capelli castano scuri, quasi neri, lunghi, lisci, molto sporchi. La stessa giovane vestiva nel seguente modo: camicetta a maniche lunghe colo verde posta al di fuori della cinta, blue jeans, scarpette in tela color beige, portava un girocollo in materiale non metallico dai colori molto sbiaditi ma che mi sembra ricordare verde-grigio. L’uomo che accompagnava la ragazza, che so essere un buon conoscitore dei coniugi Springorum, che abitano al piano sottostante al mio, […] appena giunto ha accompagnato la ragazza, sostenendola per un braccio all’interno dell’abitazione, dicendole in lingua italiana: NON PUOI PARLARE CON NESSUNO PERCHE’ SONO TUTTI TEDESCHI. Dopo tre giorni presso la nostra abitazione si è presentato un personaggio in uniforme presumibilmente austriaca o tedesca […] di circa 35 anni, molto alto a bordo di una BMW verde metallizzata di cui la targa mi sembra essere stata WM-PS 70 e in lingua tedesca, parlando con gli Springorum asseriva che il giorno dopo la ragazza sarebbe stata prelevata da un altro individuo proveniente dalla Germania. Alcune ore più tardi, dopo essersi intrattenuto […] lasciava l’abitazione. Il giorno successivo, 19 agosto 1983, giungeva un’autovettura del tipo Peugeot con a bordo tale Teuffenbach Rudolf, (nda Capitano dell’Esercito Italiano) fratello della moglie del signor Springorum, accompagnato dalla propria consorte. Alle 13,15 dello stesso giorno ho visto il Teuffenbach, sua moglie ed un’altra donna bionda di circa 35 anni, uscire dall’abitazione degli Springorum con la ragazza di quattro giorni prima che veniva caricata sulla Peugeot. In tale circostanza la ragazza, nello stesso stato psico-fisico ma leggermente più reattiva, vestiva gli stessi abiti con l’aggiunta di una fascetta sulla fronte, del tipo indiano. Durante tale circostanza ho notato che la ragazza tentava di rivolgermi la parola senza riuscirci in quanto la donna bionda, da me mai vista prima, le spostava il capo in maniera brusca, quasi da volerle impedire un contatto visivo con altri. Mentre i detti personaggi si accingevano a partire, la donna bionda, rivolgendosi presumibilmente agli Springorum che non erano usciti di casa, in lingua tedesca, diceva queste parole “ES WIRD SCHONGUT GEHEN”. Da quel momento in poi non ho più visto quella ragazza”.

Nel corso del verbale la donna ribadiva quanto precedentemente ed oralmente dichiarato precisando:

  • di poter escludere che la ragazza da lei descritta sia una delle figlie di Rudolf Teuffenbach, da lei conosciute molto bene, fin da piccole e di essersi decisa a fornire tali notizie solo dopo lungo tempo, per paura degli Springorum;
  • di non essere in buoni rapporti con lo Springorum il quale si dimostra nei suoi confronti brusco e diffidente;
  • di essersi trovata occasionalmente presente sia all’arrivo che alla partenza della ragazza, a causa della conformazione del casale che non permette, a chi vi giunge, di accorgersi di persone eventualmente presenti nel vigneto o nella parte retrostante lo stabile;
  • di aver visto il Rudolf Teuffenbach per l’ultima volta il giorno 28 febbraio 1985, in quanto giunto al casale a bordo di una Fiat Regata bianca […] in quell’occasione si era intrattenuto per circa un quarto d’ora con lo Springorum evidenziando una forte arrabbiatura e turbamento;
  • che il personaggio tedesco chiamato il Conte ha le seguenti caratteristiche […] Tale personaggio era giunto nell’estate 1982 ed in quella occasione lo Springorum disse trattarsi di un poliziotto. Durante una seconda visita, circa un mese dopo, lo Springorum lasciava intendere trattarsi di un impiegato di banca (Bankkaufmann). Durante tale seconda permanenza, durata circa una settimana, il Conte dichiarava allo Springorum di essere in attesa di un personaggio che avrebbe dovuto portargli dalla Germania un passaporto. Lo stesso giorno, infatti, giungeva un uomo di lingua tedesca che consegnava al Conte una busta. Tali discorsi e tali fatti venivano percepiti dalla Hofer dalla finestra della propria abitazione che dà possibilità di seguire tutto ciò che avviene nel cortile sottostante;
  • che lo Springorum ha ospitato per 15-20 giorni un uomo di nazionalità turca ed un altro di nazionalità tedesca come braccianti agricoli;
  • che quando venne a conoscenza della scomparsa di Emanuela Orlandi rinfacciò allo Springorum di essersi preso quella ragazza (riferendosi alla Orlandi) dandogli del porco. Lo stesso, quasi pavoneggiandosi, rispose con un ghigno di vanto;
  • nell’autunno del 1982 i coniugi Springorum ospitarono per qualche giorno un uomo ed una donna di nazionalità tedesca, giunti con una Volkswagen, in compagnia di una bambina bionda di quattro-cinque anni continuamente piangente. La donna non aveva assolutamente l’atteggiamento di una madre nei confronti della piccola e quando la Hofer si propose di consolare la bimba, la signora, disinteressandosi della bambina la aggredì verbalmente con la frase pensa alla meda tua. Successivamente, quando la coppia tedesca già era andata via, guardando un programma televisivo, venne a conoscenza del rapimento di una bambina avvenuto tempo prima in Germania. La bambina rapita riproduceva fedelmente le fattezze della bimba vista a casa dei coniugi Springorum con la coppia tedesca.
Nina Von Gallwitz

In effetti in Germania il 16/01/1981 venne rapita una bambina bionda di nome Nina Von Gallwitz all’epoca di otto anni. La rete televisiva ZDF nei suoi programmi, ne fece menzione in due occasioni, l’ultima il 5/9/1982. Per il sequestro è stato pagato un riscatto di 1.500.000 marchi tedeschi (350.000 dei quali presumibilmente riciclati in Turchia). La prima parte della trattativa sarebbe stata condotta dal giornalista italiano Franz Tatarotti e gli autori del sequestro sono rimasti ignoti. 

Al termine della verbalizzazione alla signora Hofer venivano fatti visionare dei fascicoli fotografici nei quali la donna riconosce in due fotografie la ragazza giunta presso il suo casale il 15 agosto. Le due fotografie riproducono Emanuela Orlandi come era nell’aprile del 1983.

La signora Giovanna Blum, una insegnante di musica del conservatorio di Bolzano, a verbale di sommarie informazioni, fa scrivere: “Verso la fine di luglio primi di agosto del 1983, verso le 00,30-01,00 sento squillare il telefono […] e dall’altra parte sento una voce femminile che asseriva di essere Emanuela Orlandi e di trovarsi a Bolzano e mi chiedeva di avvertire la polizia […] dopo circa cinque minuti ho telefonato al 113 dicendo quello che era accaduto, appena riattaccato il telefono questo squillava nuovamente e nel rispondere sentivo una voce maschile la quale mi diceva “Lei dimentichi quello che ha sentito ha capito” con tono piuttosto minaccioso e quindi riattaccava. Subito dopo ritelefonava la polizia avvertendomi di non aprire ad alcuno […] dopo ho ricevuto un’altra telefonata […] la quale con tono minaccioso mi intimava di smettere di telefonare in giro”. 

Negli Stati Uniti viene tratto in arresto Francesco Pazienza con l’accusa di associazione mafiosa e concorso in bancarotta dell’Ambrosiano.

5 marzo 1985

Vengono sentiti, separatamente, i coniugi Springorum.

Il Sig. Springorum Kay dichiara:

  • di essere in Italia dal 1982 e di svolgere l’attività di agricoltore;
  • di non aver mai visto presso la propria abitazione di Terlano Mercedes bianche targate Roma. Di ricordare che verso la fine di agosto 1983 si era portato presso il proprio casale tale […], a bordo di una A/112 di colore blu-nero in compagnia forse della propria cognata […]. I due forse si erano fermati a dormire presso di lui. Il tale […], suo conoscente, svolge l’attività di direttore di agenzia viaggi in Francoforte […] e non dovrebbe saper parlare italiano.
  • di aver rivisto il tale […] in occasione del funerale del suocero, in possesso di una Mercedes gialla targata Francoforte. In quell’occasione era solo. In data 31/12/1984, aveva incontrato il tale […] per festeggiare il Capodanno ed, in quella circostanza, l’amico era tornato in Germania con Micaela Teuffenbach;
  • il 15 agosto 1983, nessuna giovane ragazza, vestita con blue jeans, camicia verde, […] era stata accompagnata presso la sua abitazione;
  • che il 19 agosto 1983, suo cognato Rudolf Teuffenbach, la di lui moglie ed un’altra donna bionda non si erano assolutamente portati a casa sua, né tantomeno erano usciti con una ragazza simile a quella descritta;
  • di non ricordare se nell’agosto 1983 Rudolf Teuffenbach si era portato presso la sua casa di Terlano ma che comunque, in quel periodo, il Teuffenbach possedeva già una Peugeot con targa tedesca;
  • di non aver mai ospitato conoscenti tedeschi con una bambina bionda al seguito nell’anno 1983;
  • di non aver mai ospitato cittadini turchi di lingua tedesca nel mese di ottobre 1983;
  • di aver visto, per l’ultima volta il Teuffenbach il lunedì o il martedì precedenti e di aver parlato con lui di problemi aziendali presso il casale di campagna;
  • di non aver mai ospitato presso la casa di Terlano un personaggio di lingua tedesca vestito in uniforme, in possesso di una BMW verde;
  • di non conoscere nessun personaggio tedesco che parla bene l’inglese chiamato il Conte.

Al termine della verbalizzazione gli viene mostrata la stessa fotografia a colori palesata alla signora Hofer riproducente Emanuela Orlandi riprodotta nell’aprile del 1983. Lo stesso dichiara di non aver mai visto la ragazza affermando comunque che ha una leggera somiglianza una delle due figlie di Rudolf Teuffenbach: Beatrice [nome di fantasia].

Lo stesso giorno viene fatta vedere la stessa fotografia di Emanuela alla moglie di Springorum Kay e anche lei trova una certa somiglianza con la figlia del fratello (Rudolf). Stranamente però non con Beatrice, bensì con l’atra, Antonella [nome di fantasia].

6 marzo 1985

Tra le varie testimonianze di persone vicine alla Hofer Josephine (Spitaler) i carabinieri annotano a verbale che la signora H.H., esercente in un bar del luogo, riferisce che trenta o quaranta giorni or sono la Spitaler mi ha confidato, non senza timore ed emozione, che nell’estate del 1983 aveva visto trasportare cioè arrivare con una autovettura del tipo A112 […] e dopo alcuni giorni ripartire con il signor TEUFFENBACH una ragazza di circa 14-16 anni […] Ricordo che la Spitaler raccontandomi questi fatti, dopo qualche giorno dal loro accadimento, guardando la foto della Emanuela Orlandi, riconosceva senza dubbio nella ragazza da lei vista, la giovane scomparsa…

Se fossero “…quaranta giorni or sono…”, sarebbe il 27 gennaio 1985, periodo antecedente alla “promessa pubblica”. Se invece fossero “…trenta giorni or sono…” sarebbe il sei febbraio 1985, cinque giorni dopo la pubblicazione della “promessa pubblica”.

Viene interrogata la signora I.G., una operaia che a quel tempo faceva compagnia molto spesso alla Hofer e a verbale dichiara: non so esattamente quando, comunque ricordo un uomo insieme allo Springorum, che indossava una uniforme di colore scuro, calzava anche un berretto […] la Hofer segnava in una agendina tutti i numeri di targa delle macchine parcheggiate sotto casa e me le mostrava […] vedevo parecchia gente a me sconosciuta ma non sapevo se erano conoscenti o parenti degli Springorum, o loro braccianti stagionali.  

Al fine di ottenere ulteriori precisazioni, Rudolf Teuffenbach viene verbalizzato di nuovo e riferisce di:

  • non conoscere alcun personaggio tedesco a nome il Conte;
  • essersi ricordato che nell’autunno del 1982 aveva ospitato una coppia di amici berlinesi […] in compagnia di una loro figlia naturale, bionda e avevano in uso una Volkswagen Passat bleu con targa Berlino. In quella occasione la bambina si era comportata del tutto normalmente.

L’insieme delle dichiarazioni rilasciate dalla signora Hofer Josephine (Spitaler) evidenziano notevoli precisioni di dettaglio e totale assenza di contraddizioni. Le stesse dichiarazioni vengono ulteriormente integrate:

  • di aver visto, anche in precedenza, il personaggio che aveva accompagnato la ragazza a bordo della A/112, insieme a Micaela Teuffenbach, sorella di Francesca;
  • di aver visto il personaggio in divisa tedesca non solo nella circostanza indicata (18/5/1983) ma anche altre volte precedenti ed in particolare nell’autunno del 1982. In tale periodo, tale personaggio e lo Springorum parlavano male del suocero di quest’ultimo (all’epoca ancora in vita). Questo personaggio, in una circostanza, era stato visto anche da tale […], che avrebbe dovuto ricordarsi di lui in quanto ne era rimasta impressionata per l’imponenza fisica stridente con i suoi modi effemminati;
  • che anche il turco, precedentemente descritto, doveva essere conoscitore del personaggio tedesco in uniforme. Durante alcuni discorsi tra il turco ed altri ospiti tedeschi dello Springorum, tale personaggio veniva soprannominato Kisling […].

7 marzo 1985

Nell’abitazione in uso a Teuffenbach Rudolf in Alto Adige, si dà inizio ad una perquisizione a cura dei Carabinieri. Nella investigazione venivano poste sotto sequestro delle agende ed altro materiale ritenuto utile al prosieguo delle indagini. Veniva altresì controllata una sua cassetta di sicurezza depositata presso una banca.

9 marzo 1985

L’Unità 09/03/1985

 11 marzo 1985

Il consigliere istruttore avoca l’inchiesta Orlandi, che era seguita da Domenico Sica, a Ilario Martella, il magistrato che ha portato a termine l’indagine sulla pista bulgara dell’attentato al papa.

25 marzo 1985

Viene emesso un ordine di cattura contro Giuseppe Sergio DE TOMASI  per associazione per delinquere, ricettazione aggravata continuata, falsità materiale e detenzione illecita di un chilogrammo di sostanza stupefacente.

27 marzo 1985 

L’inchiesta viene avocata dalla Procura Generale e assegnata ufficialmente a Ilario Martella.

30 marzo 1985

Finisce in prigione Pippo Calò, legato alla banda della Magliana e indicato come uno dei mandanti dell’omicidio di Roberto Calvi. “Il cassiere della mafia” fu anche il referente principale dei Corleonesi a Roma, dove visse sotto la falsa identità di Mario Aglialoro.

Aprile 1985

La rivista CAIB dedica un intero numero a firma dei giornalisti Frank Brodhead, Howard Friel e Edward S. Herman sull’analisi <<della massiccia campagna di disinformazione occidentale portata avanti dal governo e dall’intelligence di destra in USA e in Italia per inventare un caso contro la Bulgaria: “The Bulgarian Connection Revisited>>

The Bulgarian Connection

3 aprile 1985

La Repubblica.it 03/04/1985

10 aprile 1985

All’avvocato Egidio viene fatta recapitare una busta da lettera con all’interno una cartuccia calibro 7,65 mm. I carabinieri prendono atto che lo stesso è attualmente il legale di parte civile per conto degli assicuratori del caso della rapina alla Bink’s Securmat, dei familiari delle scomparse Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e Stefania Bini e, in passato, di essere stato legale in relazione alla promessa pubblica del caso della baronessa Jeanette Rothschild.

13 aprile 1985

Natalina, la sorella maggiore di Emanuela, si unisce ad Andrea Ferraris. Il matrimonio doveva essere celebrato il 10 settembre 1983.

20 aprile 1985

Il giudice istruttore Ilario Martella interroga Alì Agca. Sulla scomparsa di Emanuela il turco ipotizza che il rapimento è stato commesso per ottenere la sua liberazione perché i suoi complici per l’attentato al papa (Oral Celik, Bekir Celenk e Jelio Vassilev) gli avevano promesso un sequestro di un diplomatico o un personaggio politico oppure ancora di una personalità per conseguire il suo rilascio se fosse stato catturato. Nel corso dello stesso interrogatorio però formula un’altra ipotesi e cioè che il sequestro avrebbe potuto costituire una forma di pressione per indurlo a ritrattare le sue accuse nei confronti delle persone che aveva chiamato in causa in precedenza per l’attentato al papa.

7 maggio 1985

Due anni dalla scomparsa di Mirella Gregori.

Vengono perquisite le abitazioni e pertinenze in uso a TEUFFENBACH Rudolf, in particolare:

Con decreto di perquisizione n. 1147/85 A G.I. a firma di Ilario Martella, i Carabinieri del Reparto Operativo eseguono una perquisizione nel domicilio del Capitano dell’Esercito Italiano TEUFFENBACH Rudolf a Merano. Venivano poste sotto sequestro delle agende ed altro materiale ritenuto utile al prosieguo delle indagini. Successivamente, nella stessa mattinata, presso una locale banca, veniva perquisita anche una cassetta di sicurezza detenuta da TEUFFENBACH Rudolf.

Con lo stesso decreto a firma di Ilario Martella si procedeva alla perquisizione dell’ufficio di TEUFFENBACH Rudolf presso la sede dei servizi segreti di Roma. Alla stessa assiste, oltre all’interessato, anche il Direttore della Sezione da cui dipende il TEUFFENBACH.

Con decreto 1147/85 A G.I. si procedeva alla perquisizione di un’altra abitazione in uso al TEUFFENBACH nei pressi della cittadina di Ladispoli. Venivano sequestrati fogli e documenti, una agenda, dei biglietti ferroviari per la tratta Roma-Bolzano e un libro dal titolo Der Vatikan durchs Schlüsselloch betrachtet (Il vaticano visto attraverso il buco della serratura). 

Copertina del libro sequestrato

24 maggio 1985

Gennaro Egidio concede ai giornalisti una nuova ricostruzione: “è da presumere che il rapimento di Emanuela sia una conseguenza della vicenda Agca perché dalle analisi dei tanti elementi disponibili può ritenersi che esistano dei collegamenti. Le ombre che si sono presentate sullo scenario di questo rapimento sembra che siano astate adoperate, anzi manovrate da un unico regista che si è avvalso di diversi attori per un unico disegno in tempi diversi, ma con un obiettivo preciso”.

25 maggio 1985

Nel concistoro del 25 maggio viene creato cardinale José Rosalio Castillo Lara.

13 giugno 1985

Nel corso della 12^ udienza del processo per l’attentato al papa, Agca dichiara che Emanuela Orlandi è ostaggio della P2 di Licio Gelli che ricatterebbe la Santa Sede e il governo italiano per ottenere la liberazione dello stesso Agca e lo userebbe per obiettivi occulti in campo internazionale. “Questa organizzazione [la P2] sapeva con certezza che io ero Gesù Cristo e voleva inserirmi, scambiarmi, nel Vaticano e usarmi come strumento. Io sono per tutta l’umanità e non sarò strumento di nessuno. Io rispetto la democrazia italiana. Non raccomando perciò lo scambio.”

Alle affermazioni di Agca, l’avvocato Gennaro Egidio risponde: Non turbi (Agca) una famiglia angosciata per la sorte della giovane Emanuela – lasci il divino che a lui certo non compete e dimostri di essere un uomo parlando chiaramente e dettagliatamente.

Il Messaggero 14/06/1985

15 giugno 1985

Presso il Consolato generale di Basilea, una cittadina svizzera comunica di aver ascoltato, alcuni mesi fa, una conversazione tra due giovani che parlavano di Emanuela Orlandi. La stessa si troverebbe a Basilea in detenzione presso una famiglia turca in stato di plagio e sotto la vigilanza di persone di fiducia degli imputati del processo contro Ali Agca.

17 giugno 1985

Indirizzata al Capo dello Stato On. Sandro Pertini giunge una lettera al Quirinale dove il MACI (Movimento Armato Comunista Internazionale) asserisce che Emanuela Orlandi è viva e che sarà liberata allorquando la RAI trasmetterà il 20 e 21 luglio il film di Roberto Rossellini Germania anno zero e Furore di John Ford. Durante la trasmissione dei film si dovrà far trascorrere lentamente per quattro volte ogni 15 minuti la seguente scritta (seguono due messaggi in cui il MACI rivendica le forze dei lavoratori e del lavoro come rilancio economico e sociale del paese).

24 giugno 1985

Francesco Cossiga risulta eletto Presidente della Repubblica Italiana con 752 voti su 977. Succede a Sandro Pertini, il cui mandato sarebbe scaduto il 9 luglio ma si dimette il 29 giugno. Cossiga presta giuramento il successivo 3 luglio.

25 giugno 1985

Il Giudice Istruttore Ilario Martella ordina un decreto di perquisizione domiciliare presso un’abitazione di Modena. Venivano rinvenuti e sequestrati, perché ritenuti utile, alcuni manoscritti in lingua araba, italiano e francese.

 

 

Dalla “sentenza Rando” del 19 dicembre 1997

… nel marzo 1985 si apre un nuovo fronte di indagine curato dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Roma cui perveniva in data 18.2.1985 la segnalazione del Com.te la stazione CC di Terlano (Bolzano) concernente la asserita presenza di Emanuela Orlandi presso un casale di campagna in prossimità di Terlano. La fonte della segnalazione, inizialmente anonima, era identificata in Josephine Hofer Spitaler che escussa dai CC in data 4.3.1985 dichiarava che il giorno 15.8.1983, presso la casa di campagna ove ella abitava era giunta un’autovettura tipo A112 targata Roma, condotta da un uomo che si accompagnava ad una ragazza alta circa m. 1,60 – 1,65, magra, capelli castano scuri quasi neri, lisci, molto sporchi, che indossava un paio di jeans, una camicetta a maniche lunghe verde che fuoriusciva dai pantaloni, un girocollo in materiale non metallico dai colori sbiaditi; che la ragazza appariva molto stanca ed era sorretta dall’uomo(alto 1,75, capelli scuri, circa quarant’anni) il quale in italiano le diceva che non poteva parlare con nessuno perché erano tutti tedeschi; che la coppia era entrata nell’abitazione della famiglia Springorum che abitava il piano sottostante quello della Hofer, che tre giorni dopo un uomo in uniforme forse austriaco o tedesco, era giunto presso la casa a bordo di un’ autovettura BMW verde metallizzata, dicendo in tedesco che il giorno dopo la ragazza sarebbe stata prelevata da una persona proveniente dalla Germania che in effetti, il giorno successivo, e cioè il 19.8.1983 erano giunti a bordo di un’autovettura Peugeot, Rudolf di Teuffenbach, cognato dello Springorum, e sua moglie, i quali erano stati visti uscire dalla casa in compagnia di una donna bionda, di età definita intorno ai 35 anni, e della stessa ragazza notata dalla Hofer qualche giorno prima; che la ragazza vestita nello stesso modo, aveva tentato di parlare con la Hofer, ma ne era stata dissuasa dall’accompagnatrice bionda. Riferiva altresì la teste che non aveva avuto più occasione di rivedere la ragazza, ma che avendo appreso dai mezzi di informazione nel settembre 1983 del sequestro Orlandi, aveva collegato con tale vicenda quanto da lei osservato, rinfacciando peraltro allo Springorum di “essersi preso” quella ragazza e ricevendone in risposta un atteggiamento di vanto. Precisava altresì la teste di essersi determinata a rivolgersi ai CC dopo tanto tempo in quanto il marito le aveva sconsigliato di interessarsi delle vicende degli Springorum. Gli esiti positivi di una ricognizione fotografica nel corso della quale la Hofer identificava la effige della Orlandi nella ragazza ospitata dagli Springorum determinava un ulteriore impulso nell’indagine. Erano infatti eseguite perquisizioni che non approdavano ad alcun utile risultato mentre erano escussi Springorum Kay e Teuffenbach Francesca che però negavano le circostanze di specifica emerse dalla deposizione della Hofer; in particolare la moglie dello Springorum prospettava la possibilità che il giorno di ferragosto 1983 fossero stati loro ospite tale Klaus Mayer e la sorella, mentre escludeva di aver conosciuto nell’occorso, una ragazza corrispondente alle caratteristiche di quella descritta dalla Hofer.

In data 4.3.1985 era altresì escussa negli uffici del nucleo operativo di Bolzano Blum Giovanna la quale riferiva che tra la fine del luglio e gli inizi dell’agosto 1983 intorno alle ore 00,30 – 1,00 aveva ricevuto la telefonata di una giovane che nel parlare rapidamente come se temesse di essere sorpresa al telefono, diceva di essere Emanuela Orlandi, di trovarsi a Bolzano e di informare la Polizia. La Blum, superata la iniziale perplessità, avvertiva immediatamente il “113” ma subito dopo il telefono squillava di nuovo ed una voce maschile, senza alcuna inflessione le diceva: “Lei dimentichi quello che ha sentito, ha capito?” interrompendo la comunicazione mentre la polizia suggeriva alla Blum di non aprire la porta a nessuno. Dagli accertamenti svolti emergeva che la teste insegnava musica presso il conservatorio di Bolzano, che si era recata nella capitale per ragioni legate ai congressi che ivi si tenevano e che in tali occasioni aveva sicuramente lasciato a terzi, per lo più colleghi, i propri biglietti da visita. Non si evidenziavano invece specifici rapporti della Blum con la scuola di musica frequentata dalla Orlandi, sebbene la teste dichiarasse di conoscere quell’istituto per la “sua notorietà”.

Gli esiti delle indagini di polizia giudiziaria confluivano nella formale istruzione nel contempo intrapresa dal marzo 1985 ed il giudice Istruttore procedente assumeva gli interrogatori di Springorum kay e di Teuffenbach Francesca, nonché numerose escussioni testimoniali tra le quali quelle di Hofer Spitaler Josephine che era anche posta a confronto con gli indiziati. Pur confermando la teste le proprie iniziali dichiarazioni, l’approfondimento istruttorio disposto dal G. I. consentiva di qualificare Rudolf di Teuffenbach come appartenente al SISMI con funzioni di Capo centro della sede di Monaco di Baviera e di ricostruire anche attraverso le minuziose deposizioni di Trono Antonio, suo segretario, i periodi di ferie fruiti dal medesimo nell’estate 1983 e in particolare nell’agosto dello stesso anno verificando in particolare che nella giornata del 19.8.1983 il di Teuffenbach non avrebbe potuto trovarsi a Terlano, perché ancora in servizio nella sua sede, dove il Trono lo avrebbe sostituito a far data dal 20.8.1983.

Quanto alla deposizione della Blum al G.I. non emergeva nel contesto alcun elemento di utile sviluppo. Si esauriva così un fronte investigativo che pareva inizialmente compatibile con la pista c.d. turco-tedesca, e ciò in ragione con una molteplicità di elementi che avrebbero reso plausibile l’ulteriore corso dell’istruzione in tale direzione. Ed invero la missiva in lingua tedesca pervenuta all’ANSA di Roma e strumentale alla liberazione di Mehemet Alì Agca e Serdar Celebi in data 21.7.1983, quella parimenti in lingua tedesca pervenuta all’agenzia ANSA di Roma in data 12.6.1984 e riflettente le minacce rivolte al G.I. procedente e ai suoi familiari nonché i numerosi messaggi del cosiddetto “TURKESH” avrebbero accreditato l’ipotesi investigativa di un sequestro di persona perpetrato per finalità politico-terroristiche da mandanti di nazionalità turca di grande spessore criminale che avrebbero agito utilizzando le comunità turche stabilmente residenti in Germania.

 

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