Sit in per Emanuela

Sit in per Emanuela a 36 anni dalla sua sparizione

Come ogni anno anche oggi è stato ricordato il giorno in cui Emanuela sparì, quel 22 giugno di trentasei anni fa, al termine di una lezione di musica, dall’affetto dei suoi cari. Presenti in piazza, oltre ad un centinaio di persone, molte provenienti da altre regioni, Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella Gregori, l’avvocato Laura Sgrò e la rappresentanza di Penelope Lazio.

Locandina Sit-in

«Io ho sempre avuto la massima fiducia, ma il silenzio è imbarazzante. Spero stiano facendo qualcosa» dice Pietro Orlandi, riferendosi alle iniziative del Vaticano, fra cui la possibilità di una sua convocazione. Prosegue: «”La prossima settimana ti convochiamo e verbalizzi tutto quello che vuoi dire”, poi nessun cenno in questi ultimi due mesi. Non vorrei essermi ritrovato di fronte al solito muro di gomma» afferma a proposito della risposta che ha ricevuto dal Vaticano dopo la presentazione di diverse istanze. Fra le altre, la richiesta di apertura di una tomba sospetta nel Collegio Teutonico, istituzione all’interno del Vaticano che ospita anche un cimitero.

Pietro Orlandi rivela anche che Capaldo, l’uomo della procura di Roma che si è occupato delle indagini, è disponibile a farsi ascoltare a San Pietro. «Sono molto deluso dal Papa in questa vicenda. All’inizio ero molto contento, un Papa diverso forse poteva abbattere il muro di omertà. Da quando il Papa mi ha detto “Emanuela sta in cielo” in un incontro pubblico ho avanzato richieste su richieste. Ma il muro si è alzato più di prima. Il Papa sa, ma non parla».

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