Richiesta di un intervento del Sisde

Interrogazione alla Camera per conoscere quali indagini effettuò il Sisde, con quali esiti e a chi furono eventualmente comunicati, successivamente alla scomparsa di Emanuela Orlandi.

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16646

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 651 del 18/06/2012

Firmatari

Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/06/2012

Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/06/2012

Destinatari

Ministero destinatario:

  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL’INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 18/06/2012

Stato iter:

IN CORSO

Fasi iter:

SOLLECITO IL 04/07/2012 — SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012 — SOLLECITO IL 06/12/2012

 

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16646

presentata da

MARCO BELTRANDI
lunedì 18 giugno 2012, seduta n.651

BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI e ZAMPARUTTI. –

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell’interno, al Ministro degli affari esteri.

– Per sapere – premesso che:

il Corriere della Sera ha pubblicato due articoli, il 4 e 5 giugno 2012, dai quali emergono novità sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi:

il 4 giugno l’articolo intitolato «Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e la pista dei preti pedofili a Boston. I legami con la città dello scandalo: una lettera col timbro postale di «Kenmore Station» e le telefonate dell’«Amerikano»;
nell’articolo si sostiene che «C’è un filo robusto – rimasto sottotraccia nelle decine di faldoni dell’inchiesta aperta da 29 anni presso la Procura di Roma – che lega la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori allo scandalo dei preti pedofili a Boston. Una vicenda che nel 2002 sconvolse la Chiesa cattolica, lasciò sgomenti milioni di fedeli americani per i sistematici abusi su minori coperti dai vertici ecclesiastici e portò alle dimissioni dell’arcivescovo Bernard Francis Law, poi tornato a Roma nel 2005 in qualità di arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore»;

«Settembre 1983, mese chiave dell’intrigo. Il 4 l'”Amerikano” (soprannome dato al telefonista anonimo protagonista della vicenda) riappare e fa trovare una busta dentro un furgone Rai, contenente un messaggio a penna e uno spartito di Emanuela. Ancora: al bar dei Gregori, il 12, giunge una telefonata choc. Un anonimo elenca i vestiti indossati e la marca della biancheria intima di Mirella, che solo la madre conosce. È un complice dell'”Amerikano”? Entrambe le ragazze sono in suo pugno?»;

«Ed eccoci al 27 settembre 1983, all’ulteriore rivendicazione (o messinscena?) che, riletta oggi, fa correre brividi lungo la schiena. Richard Roth, corrispondente da Roma della Cbs, riceve una lettera che preannuncia “un episodio tecnico che rimorde la nostra coscienza”. Gli investigatori, scrive l’Ansa il giorno dopo, sono sicuri: si tratta dei “veri rapitori di Emanuela” o di “quelli che l’hanno tenuta prigioniera”. Sulla busta c’è il timbro di partenza: Kenmore. Ma a quale episodio “tecnico” si allude? “L’imminente uccisione dell’ostaggio”»;

«Non basta: una perizia grafologica accerta che il messaggio del 4 settembre e questo del 27 sono opera della stessa mano. L'”Amerikano” si è spostato sulla East coast? O ha trasmesso i suoi scritti a qualcuno, forse per continuare i depistaggi?»;

«Tale pista all’epoca non fu percorsa ma adesso, alla luce dei nuovi indizi, potrebbe riprendere quota. Gennaio 2002, Boston: scoppia lo scandalo. Il cardinale Law è accusato di aver coperto per molti anni sacerdoti pedofili della diocesi. Maggio 2002, si apre il processo davanti alla Corte di Suffolk: Law nella deposizione risponde a monosillabi, si scusa per aver controllato poco i “collaboratori”. 7 giugno 2002: fuori dal tribunale le mamme delle vittime (per lo più maschietti, ma non solo) protestano. E, dentro, l’interrogatorio è incalzante: “È emerso in una precedente deposizione – attacca il rappresentante dell’accusa – che 32 uomini e due ragazzi hanno formato il gruppo Nambla. Per contattarlo si può scrivere presso il Fag Rag, Box 331, Kenmore Station, Boston… Cardinale Law, ha inteso?”. Pausa. Nell’aula risuona una frase sibilata, poco più di un soffio»;

«”I do”, risponde l’arcivescovo. Sì, è vero. Il Fag Rag, che sta per “Giornalaccio omosessuale”, faceva quindi proseliti per conto del temutissimo sodalizio pedofilo degli States, proprio dalla stazione da cui partì la lettera su Emanuela. Nella sequenza di omissioni e depistaggi che da sempre alimenta il giallo della “ragazza con la fascetta”, la pista di Boston, 29 anni dopo, fa balenare il più spaventoso e sconvolgente degli scenari»;

il giorno successivo il noto quotidiano pubblica l’articolo dal titolo: «Il cardinale negli Usa dopo il rapimento», sempre a firma del giornalista Fabrizio Peronaci;
nell’articolo si sostiene che Sua Eminenza Reverendissima B.F.Law esattamente l’11 gennaio 1984 fu nominato arcivescovo di Boston;

«una coincidenza che si aggiunge a un’altra: il fatto che le prime denunce sulla East Coast, poi deflagrate nelle 456 cause delle giovani vittime di abusi sessuali, contate nel 2002, risalivano all’anno del suo arrivo»;

«i mesi precedenti Bernard Law, a Roma, tesseva i fili della potente Chiesa d’America facendo base a Santa Susanna, sede dell’American Church, zona Stazione Termini. Un trasferimento inaspettato il suo: il Rettore Umberto Sousa Medeiros morì il 17 settembre 1983 e chi poteva aspettarsi un avanzamento di carriera in loco lo vide volare oltreoceano, salvo nel 1985 accumulare la carica e diventare, lo stesso Law, anche il Cardinale titolare di Santa Susanna»;

nell’articolo si sostiene che un’agente del SISDE Giulio Gangi nel settembre 1983 annunciò l’imminente liberazione di Emanuela Orlandi alla famiglia, e ciò fu riportato nella sentenza del giudice istruttore dottoressa Adele Rando del 19 dicembre 1997 (contro Springorum K, Teuffenbach F., Wanner P., Oral C. e De Vito S.), pagina 82, in cui si fa riferimento ad una deposizione dell’agente del SISDE nel medesimo procedimento di cui viene riportata fra virgolette l’espressione «andato all’aria» con riferimento espresso al previsto imminente ritorno a casa della scomparsa Emanuela Orlandi;

nella sentenza citata il giudice istruttore Adele Rando, a scrivere che il movente politico-terroristico fu «un’abile operazione di dissimulazione dell’effettivo movente del rapimento di Emanuela Orlandi»:

se risultino avviate indagini volte ad approfondire le circostanze descritte negli articoli del Corriere della Sera del 4 giugno 2012 pagina 15 e del Corriere della Sera del 5 giugno 2012 pagina 16, relativamente alla scomparsa della cittadina dello Stato Città del Vaticano Emanuela Orlandi il 22 giugno 1983 a Roma;

se anche sulla base degli atti depositati risulti quali ragioni, quali indagini, quali elementi di conoscenza, portarono l’agente del SISDE Giulio Gangi nel settembre 1983 ad annunciare l’imminente liberazione di Emanuela Orlandi alla famiglia, salvo poi dire la frase virgolettata «andato all’aria» con riferimento espresso al mancato ritorno della Orlandi come riportato nella sentenza di proscioglimento citata nelle premesse del Giudice Istruttore Adele Rando e che cosa sia «andato all’aria» nel settembre del 1983;

se risulti quali indagini effettuò il Sisde, con quali esiti e a chi furono eventualmente comunicati, successivamente alla scomparsa di Emanuela Orlandi.(4-16646)


http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/16646&ramo=CAMERA&leg=16&testo=4%2016646

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