27 Maggio 2012: la Marcia per la Verità e la Giustizia davanti e dietro le quinte
E’ sabato pomeriggio quando sulla capitale e dintorni scende forte la pioggia. Perdindirindina, non è possibile! Con quell’acqua i palloncini non voleranno, per non parlare degli striscioni che si rovineranno tutti! Non importa. Non c’è tempo per pensare a queste cose. Siamo in ritardo! Dobbiamo ancora finire le lettere da esibire all’apertura del corteo. Si corre in garage, si copre tutto il copribile e si continua con carta e vernice spray.
Elisa Claps, Cristina Golinucci, Mirella Gregori, Chiara Poggi, Yara Gambirasio, Sonia Marra, Denise Pipitone, Denis Bergamini, Marcello Volpe, Michele Mafrolla, Palmina Martinelli, Silvana Pica, Rosalia Molin e Paola Costantini, Stefano e Antonio Maiorana, Marina Arduini, Rina Pennetti, Barbara Corvi, Cristofaro Oliva, Donatella Grosso, Elena Vergari, Melania Rea, Lucia Manca, Mariella Cimò, Patrizia Rognoni, Antonio Barbatelli, Alessia e Livia Shepp, Serena Mollicone, Simonetta Cesaroni, Valentina Salamone, Luca Orioli e Marirosa Andreotta sono solo alcuni dei tanti, troppi, volti di coloro che aspettano Verità e Giustizia e che oggi ci guardano con i loro occhi sorridenti da quelle foto attaccate ai palloncini.
Arrivano i fotografi, accorrono i giornalisti, si srotolano gli striscioni e si finisce di allestire la grande foto di Emanuela realizzata a mano. La piazza si riempie di persone venute da tutta Italia: Osimo, il paese dove è stata lanciata la petizione mesi fa, Udine, Novara, Bergamo, Siena, Cava de’ Tirreni, Napoli, Frosinone… E poi ci sono loro, i familiari degli scomparsi: ci sono i Gregori, il papà di Serena Mollicone, i genitori di Fabrizio Catalano, la mamma di Davide Barbieri e tanti tanti altri. Anche loro sono lì affianco alla famiglia Orlandi, per chiedere Verità e Giustizia, ma anche attenzione per un tema tanto delicato quanto poco affrontato come quello delle scomparse. Vogliono marciare anche loro verso San Pietro: certo, una parola del Papa non riporterà a casa i loro cari e non farà risolvere casi o risvegliare le magistrature ma forse farà sentire meno soli. Arrivano anche le cariche istituzionali, viene esposta la gigantografia di Emanuela, sul Campidoglio, qualche discorso al microfono, foto di rito e poi finalmente si può partire.