Incontro per Emanuela Orlandi a Piazza Sant’Apollinare

Sabato 21 gennaio si è svolta in piazza Sant’Apollinare a Roma, una bella e toccante manifestazione in onore di Emanuela, per chiedere come sempre verità, ma anche per chiedere spiegazioni sull’insolita sepoltura di Renatino De Pedis, boss della Banda della Magliana, in quella Basilica.
Come prontamente documentato dal programma “Chi l’ha visto?”, era presente in piazza un uomo della Gendarmeria Vaticana intento a fotografare (con una signora macchina fotografica!) i manifestanti e i volantini che tra essi circolavano. E a rispondere alla domanda “Come mai questo insolito fatto?” ci ha pensato ieri il Vaticano stesso con questo comunicato stampa, indirizzato alla trasmissione di Rai3:

“La manifestazione in Piazza Sant’Apollinare era pubblica e la popolazione era stata pubblicamente invitata a partecipare. Non aveva dunque alcun carattere riservato, e immagini e manifesti erano esposti intenzionalmente in pubblico. Era anche chiaro che in tale manifestazione si sarebbero fatti apollinare_03riferimenti al Vaticano. Poche settimane prima vi era anche stata una presenza organizzata in Piazza San Pietro. Non si vede dunque perché non si dovesse seguire ciò che sarebbe avvenuto in Piazza Sant’Apollinare, senza alcuna intenzione di identificazione di persone (del resto del tutto inutile) e tantomeno di intimidazione, ma riprendendo a fine di documentazione alcune immagini di manifesti e scritte esposti in pubblico proprio perché fossero visti e riportati dai media.

Per quanto riguarda i rapporti fra la Gendarmeria vaticana e le autorità italiane di Pubblica Sicurezza, sono ottimi e assolutamente trasparenti”. 
Padre Federico Lombardi – direttore della Sala Stampa della Santa Sede
targa_emanuela
Voi che ne pensate?
Per coloro che non erano presenti in piazza, riporto lo “scandaloso” testo di uno dei volantini che sono stati distribuiti in piazza: le 10 domande che la famiglia Orlandi si pone da 28 anni, a cui nessuno, per ora, ha mai dato né sembra voler dare una risposta!
10 DOMANDE PER LA VERITA’ SU EMANUELA ORLANDI

1) Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, figlia del messo pontificio Ercole, studentessa di II liceo amante della musica, fu strappata alla sua famiglia il 22 giugno 1983. Nei mesi precedenti lo
SDECE (servizi segreti francesi) aveva lanciato un allarme sull’imminente sequestro di un cittadino vaticano. Perché Santa Sede e Stato italiano (ministero dell’Interno, Procura, organi investigativi) sottovalutarono o negarono tale allarme?

2) Tre mesi dopo il sequestro un agente del Sisde annunciò alla famiglia: “Entro 15 giorni vi riconsegneremo Emanuela: mi raccomando, è stanca, portatela fuori Roma, in un posto tranquillo”. Poi negò di aver mai pronunciato quelle frasi. Cosa sapeva o gli avevano detto i suoi superiori?

3) Alla vigilia del Natale 1983 papa Giovanni Paolo II, durante una visita in casa Orlandi, disse ai familiari: “Quello di Emanuela è un caso di terrorismo internazionale”. Di quali elementi era in possesso? Perché questa pista è stata successivamente seppellita?

4) Perché il Papa poi divenuto Beato, capace di abbattere il muro di Berlino e farsi amare da milioni di fedeli, non è riuscito a scalfire il muro di silenzi attorno alla scomparsa di una ragazzina innocente, sua concittadina?

5) I nastri con le registrazioni telefoniche tra i rapitori e la Segreteria di Stato per chiedere lo scambio di Emanuela con Alì Agca risultano scomparsi. Perché lo Stato Vaticano ha respinto
tutte le rogatorie chieste dallo Stato italiano e sistematicamente negato la collaborazione prevista dai Patti Lateranensi?

6) Un alto funzionario della vigilanza vaticana dieci anni dopo il sequestro, alla vigilia di un suo interrogatorio in Procura, chiese a un suo superiore come comportarsi, e gli fu intimato: “… Le cose che sai tu non dir eniente… soprattutto non dire che la cosa è andata in Segreteria di Stato…”. La conversazione fu intercettata. Risponde al vero che tale funzionario, indagato per reticenza, ha ottenuto la cittadinanza vaticana ed è tuttora in servizio nella Santa Sede? Perché
sia gli inquirenti italiani sia lo stesso Vaticano non hanno mai chiarito questo fatto?

7) Nell’agosto 1983 Emanuela, secondo due testimonianze, fu portata in Alto Adige, e da lì in Germania. In seguito a tali segnalazioni fu aperta un’inchiesta con quattro indagati per sequestro di persona, tra i quali un funzionario del Sismi, cognato del proprietario del maso nel quale Emanuela fu vista entrare. Perché di questa indagine non si è mai data notizia? In base a quali prove nel 1997 si arrivò al proscioglimento? Perché nel 1997 fu deciso di non concedere la proroga alle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e sull’attentato a papa Giovanni Paolo II?

9) Perché la “pista della banda della Magliana”, fatta passare davanti all’opinione pubblica come risolutiva del caso, non ha portato a risultati concreti nonostante se ne parli dal 2008? L’unico indagato finito in carcere (per altri motivi) nel frattempo è tornato in libertà.

10) Perché da anni la Procura di Roma tarda (dopo averlo annunciato più volte) ad aprire la tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis detto “Renatino”, inspiegabilmente sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma?*

*per questa eventualità, più di un anno fa è stato eseguito un test del DNA sui familiari di Emanuela (ndr)

Mel

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2 Risposte a “Incontro per Emanuela Orlandi a Piazza Sant’Apollinare”

  1. Ma è vero che poi De Pedis l’hanno cremato (per volere della moglie) mentre i famigliari del defunto (fratelli ecc…) non erano d’accordo?

    1. Si vero, a quanto si apprende un fratello lo voleva seppellire a finco alla tomba della madre ma la moglie non ha voluto. A quanto pare in questi casi prevale la decisione del congiunto

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