La denuncia di scomparsa presentata il 21 novembre 2017

Emersi nomi e luoghi che rendono necessaria una indagine da parte del Vaticano

Il 17 ottobre 2017, nel corso della presentazione al Senato della richiesta di istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta su Emanuela Orlandi, l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace preannunciava di presentare una denuncia di scomparsa presso la gendarmeria dello Stato Vaticano in quanto Emanuela è una cittadina vaticana ancora iscritta al registro dell’anagrafe. Nel 1983, quando Emanuela Orlandi è sparita, la denuncia fu fatta alle autorità italiane, precisamente presso l’ispettorato competente per il territorio italiano, ma mai in Vaticano. “Il Vaticano vorrà rispondere? Ci sarà una risposta da parte di uno Stato estero che finora si è trincerato?”. Ad oggi, continua l’avvocato, «ci è stato risposto non in maniera ufficiale, ma da un convegno, che “il caso è chiuso”.

Laura Sgrò
Avv. Laura Sgrò

Stando alle ultime indiscrezioni e acquisizioni, fa sapere la famiglia annunciando tramite il suo legale la nuova decisione, «denunciamo poi anche un’altra cosa, un fatto che rispetto all’archiviazione dell’indagine, aggiunge elementi nuovi: la trattativa intercorsa tra la magistratura italiana e la Segreteria di Stato Vaticana volta a risolvere il problema mediatico della sepoltura di De Pedis in cambio di informazioni su Emanuela». Di più: «Di questa trattativa si parla da anni, ma ora sono emersi – dichiara Laura Sgrò, legale degli Orlandi, – dei dati circostanziati, nomi e luoghi. In primis il coinvolgimento di esponenti della Segreteria di Stato. Ci risulta inoltre che una parte di trattativa sia avvenuta sul territorio della Città del Vaticano. Chiediamo pertanto al Vaticano di indagare. Abbiamo evidenziato una serie di criticità che rendono urgente un’indagine nello Stato Vaticano».

«Ad oggi», continua l’avvocato Laura Sgrò, «ho contattato il Comandante della Gendarmeria per sapere a che punto fossero le indagini e mi è stato risposto che il fascicolo era stato trasmesso a chi di competenza. Ad oggi non ci è stato nemmeno comunicato il nome del Promotore di Giustizia (il Pubblico Ministero) a cui il fascicolo sarebbe stato trasmesso. Finalmente questa potrebbe essere l’occasione di poter sentire tutte quelle persone (ancora in vita) che la Procura italiana ha provato a sentire durante tre rogatorie dello stato Vaticano che non hanno portato a buon esito. Ma noi insisteremo».

 

 

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